Reati ambientali, questa l’accusa più pesante per Sarni e altri sette indagati per GrandApulia, il centro commerciale sotto sequestro a Borgo Incoronata. Il giudice che firma l’ordinanza, Marco Ferrucci, ha ricostruito le tappe riguardanti quel terreno. A partire dal 2009, quando la “Sfir” di Cesena, proprietaria dell’ex zuccherificio comunicò al Comune l’intezione di effettuare prelievi dei campioni di suolo e di acque per valutare eventuali situazioni di inquinamento tali da far scattare la bonifica.
A inizio 2010 la Sfir comunicò una denuncia di inizio attività per demolire fabbricati e vasche dell’ex zuccherificio. Fu poi a ottobre 2010 che Arpa e polizia provinciale prelevarono alcuni campioni. Dai risultati emerse la presenza di terre e fanghi riconducibili ai processi di lavorazione della barbabietola oltre che di materiali di demolizione di diversa natura. A dicembre dello stesso anno ecco la cessione di Sfir alla Finsud di Tonino Sarni, interessato a realizzare il centro commerciale. Ma i consulenti della Procura di Foggia, nell’analizzare documenti e autorizzazioni hanno evidenziato che tra i formulari di identificazione rifiuti (fir) non erano compresi i materiali da demolizione. “Per almeno 15mila metri cubi di inerti da demolizione – scrive il gip – che in quanto non trattati andavano smaltiti, non vi è traccia alcuna nei fir. Elementi che convergono nell’indicare in termini di concretezza e serietà indiziaria che tale materiale di demolizione sia stato riutilizzato sul posto senza essere preventivamente trattato e bonificato. Con la demolizione degli argini delle vasche dell’ex zuccherificio, i materiali solidi contenuti nelle vasche si sarebbero dovuti rimuovere e caratterizzare, in quanto rifiuti derivanti dai processi produttivi dello zuccherificio: invece furono miscelati con i materiali costituenti gli argini e quindi tombati”.
Sull’ordinanza si affronta anche la questione della lottizzazione abusiva, l’altra accusa che pesa sugli indagati. Secondo il gip “la decisione del dirigente del servizio pianificazione-governance-programmazione del Comune di non chiedere la valutazione d’impatto ambientale fu illegittima”.
Infine, e per tutte queste vicende, Sfir e Finsud sono accusate di aver proceduto alla gestione illecita di materiali qualificabili come rifiuti con potenziali rischi per la salute delle persone operanti nell’area conseguenti all’omessa attivazione delle procedure di bonifica.