Sta meglio ed è ora in carcere Roberto Sinesi, capomafia della “Società Foggiana”, da tempo al vertice della batteria Sinesi-Francavilla. È finita, dunque, la riabilitazione respiratoria dopo l’agguato del 6 settembre scorso. Il boss ha lasciato il Don Uva, dove era costantemente piantonato da alcuni agenti della polizia penitenziaria, ed è stato accompagnato nel carcere di Foggia dove proprio ieri ha compiuto 54 anni. Sinesi avrebbe superato senza particolari problemi la terapia riabilitativa alla quale i medici lo avevano sottoposto a causa di una ferita d’arma da fuoco al petto, a pochi centimetri dal cuore.
L’uomo è ora dietro le sbarre dopo il no alla scarcerazione da parte del Tribunale della libertà di Bari nell’ambito dell’operazione contro il racket alla “Princes” e per il traffico di droga in città. Rigettato il ricorso degli avvocati difensori che ritenevano nulla l’ordinanza di custodia cautelare in quanto priva di motivazioni e per ragioni formali. La volta precedente i legali del boss la spuntarono grazie al “copia incolla” del giudice che si limitò a riportare di sana pianta la ricostruzione della DDA. Stavolta, invece, i giudici del riesame hanno detto no alla scarcerazione, accogliendo solo la richiesta degli avvocati di Cupo e Biscotti per i quali è caduta l’aggravante della mafiosità in relazione all’accusa di concorso in un episodio di spaccio di hashish.
Tutti in cella, dunque, Luciano Cupo anche per la bomba alla pizzeria “Mia”. Cosimo Giardiello, invece, è ritenuto l’uomo che avrebbe fatto pressioni sugli autotrasportatori del pomodoro. Stesso discorso per Luigi Speranza, incaricato di controllare tutta la zona davanti alla Princes. Carcere, infine, per Raffaele La Tegola e Luigi Biscotti, nipote del boss, fermato dalla polizia per il traffico di droga. L’uomo è accusato anche del tentato omicidio di Vito Bruno Lanza, esponente di spicco del clan Moretti-Pellegrino, storicamente rivale dei Sinesi-Francavilla. Per i bene informati, il trasferimento in carcere di Sinesi rappresenta la soluzione migliore per evitare altro spargimento di sangue a Foggia.