
Sottoposto ad operazione chirurgica Roberto Sinesi. Dopo alcuni giorni in rianimazione, i medici degli Ospedali Riuniti hanno estratto il proiettile che si era conficcato a pochi centimetri dal cuore del boss foggiano. Ora il capomafia è fuori pericolo e presto finirà in carcere per il racket del pomodoro e per le pressioni ad alcuni spacciatori locali. A breve sarà anche ascoltato dagli investigatori sull’agguato del 6 settembre scorso a Candelaro. Le indagini sono in corso, coordinate dalla DDA e condotte dai carabinieri. 16 i colpi esplosi quel pomeriggio in via Amorico, uno ha ferito alla spalla il nipotino di 4 anni del boss. Illesa la figlia Elisabetta (moglie di Antonello Francavilla). I killer avrebbero utilizzato una mitraglietta e un fucile mitragliatore con proiettili calibro 7,62. In azione 2 o forse 3 persone. L’agguato rientra nella guerra di mafia in corso tra i Sinesi-Francavilla e i Moretti-Pellegrino. Già 5 agguati falliti e un omicidio (quello di Rocco Dedda) tra fine 2015 e settembre 2016.
I bossoli repertati sul luogo del tentato assassinio del boss 54enne saranno inviati al Ris per individuare, con esattezza, le armi usate dai killer e il loro eventuale utilizzo in altri episodi criminali. Indagini anche sulla 500L rossa ritrovata bruciata in periferia. L’auto, quasi sicuramente di provenienza illecita, sarebbe stata utilizzata da chi voleva ammazzare Sinesi. Nonostante sia stata avvolta dalle fiamme, non è da escludere che possano essere recuperate tracce di DNA.