Oggi il Tribunale di Foggia, giudice la dottoressa Luzzi, nel procedimento penale sull’omicidio del muratore mattinatese Bartolomeo Bisceglia, perpetrato il 14 settembre 2014, ha assolto Roberto Guerra, 46enne di origini mattinatesi, residente in Germania, dai reati di favoreggiamento personale e false informazioni al pubblico ministero, perché il fatto non sussiste.
Nel ripercorrere questo grave fatto di sangue che scosse l’intera comunità garganica, per l’efferatezza della dinamica e la violenza posta in essere – tre killer armati di tutto punto che alla vista della vittima lo crivellarono di colpi sino ad impartirgli un ultimo, definitivo colpo di grazia alla tempia, molteplici interrogativi rimangono irrisolti sia sul movente di tanta ferocia che sugli autori oltre che sui mandanti di tale agguato.
Bisceglia, il giorno della sua brutale morte era in compagnia di Guerra quando all’improvviso e senza alcun accordo decise di mostrare al suo amico alcune villette in una zona isolata fuori dal centro abitato di Mattinata.
Al loro arrivo i due trovarono un gruppo di fuoco pronto a tutto pur di mettere a segno il loro intento. Vennero esplosi decine di colpi di arma da fuoco tutti contro la vittima. Di più, per non dare modo a Bisceglia di scappare, i killer rovesciarono l’automezzo su cui viaggiava. Guerra, miracolosamente rimasto illeso, venne risparmiato da un definitivo ultimo colpo che pure gli era stato destinato ma che infine fu deciso di non conferire.
Da qui un vero e proprio calvario per il testimone oculare accusato, prima, di aver accompagnato a morire il suo compagno e poi di favorire gli autori dell’omicidio non rilevandone l’identità e dando false informazione agli inquirenti.
Sul punto il legale dell’imputato, Pierpaolo Fischetti, che dapprincipio gli è sempre stato affianco, dichiara: “Bisogna dare atto agli investigatori di aver davvero provato a dipanare una vicenda irregolare che su molti piani appare illogica: purtroppo tanti sforzi sono stati vanificati dalla mancanza del controllo e della conoscenza del territorio. Accanirsi sul mio assistito è stato fin anche troppo facile, la cui vera colpa è stata, e lo è tuttora, quello di essere uscito vivo da un agguato micidiale e disumano. Non solo; al Guerra è stata applicata anche una misura cautelare ingiusta e illegittima per impedirgli di ritornare a casa e tenerlo sul territorio in attesa di qualche colpo di scena che di certo non poteva accadere. Su tale ultimo punto il Tribunale della libertà di Bari è stato duro e perentorio “…atteso che i particolari segnalati dall’accusa introducono suggestioni che non assurgono a dignità di indizio”, così sconfessando radicalmente il teorema ipotizzato dall’inquirente. Ancora; dirimente è stata più di tutto la giusta e felice intuizione di questa difesa nel riuscire a concepire e poi a dimostrare che il Bisceglia era solito passare più volte al giorno dal luogo oggetto del delitto; e ciò è stato fatto anche ascoltato testimoni ivi dimoranti. Non per ultimo, mi preme anche far rilevare gli estenuanti interrogatori cui è stato sottoposto il Guerra, durati oltre le dodici ore di fila, con la presenza di personale specializzato in varie discipline psicologiche grafologiche e linguistiche. Un allestimento poderoso ed una compagine agguerritissima che di certo ha potuto appurare solo la verità sul mio cliente, testimone suo malgrado di un evento a lui estraneo. Per tutti gli episodi di indagine, per ogni singola procedura da compire, il sottoscritto è sempre, senza soluzione di continuità, rimasto al fianco del Guerra: e di questo ne sono orgoglioso”.