Non è stato possibile recuperare il braccio (con bastone) ed il naso, per via del niet della Soprintendenza. Ma la figura austera di Vincenzo Lanza, nel cuore della villa comunale di Foggia, è tornata ai vecchi splendori, all’origine dell’opera voluta dal sindaco Lorenzo Scillitani. Persino uno dei quattro trofei presenti ai piedi del tributo prima della guerra, è stato recuperato grazie al lavoro certosino dell’équipe scelta dal gruppo familiare Telesforo-Di Miscio-Vigilante-Rosa Rosa e dall’assessorato alla Cultura del Comune. Questa mattina, alle 11.30, il monumento che raffigura l’illustre cittadino collocato sul viale centrale della villa comunale è stato riconsegnato alla sua città.
Alla cerimonia di inaugurazione del restauro del monumento erano presenti il sindaco di Foggia, Franco Landella, Paolo Telesforo e le autorità locali. Un velo di commozione si è percepito in maniera tangibile quando il lungo drappo in seta ha scoperto l’imponente opera di Beniamino Calì rivelando il nuovo volto del celebre patriota foggiano.
I lavori, affidati alla restauratrice foggiana Carla Russo e sotto la sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, sono durati sette mesi.
Il monumento a Lanza, che risale alla fine del 1800, non è solo la più importante opera scultorea della Villa Comunale di Foggia, ma è anche il primo monumento in onore a un foggiano dalla sua città. Lanza, medico, cattedratico, studioso molto noto e stimato tra i suoi contemporanei fu professore universitario e membro di commissioni scientifiche nonché deputato, vicepresidente della camera e patriota liberale che prese parte ai movimenti antiborbonici immediatamente precedenti all’Unità d’Italia.
“L’intervento è consistito in un lavoro di pulitura approfondita della struttura e successivo consolidamento nel rispetto della patina del marmo, sinonimo di antichità, secondo le raccomandazioni NorMaL per i materiali lapidei – ha spiegato la restauratrice Russo -. Per il basamento e le tre file di gradini, invece, è stato necessario un intervento strutturale attraverso la riadesione delle lastre marmoree. La statua era interessata da un diffuso annerimento causato dalla presenza di muschi, funghi, e licheni, ed un apparato radicale di piante infestanti. Sulla statua erano ben visibili incrostazioni di materiale coerente ed incoerente, oltre che croste nere e macchie dovute ad escrementi di uccelli. Fessurazioni e fatturazioni interessavano gran parte del monumento. Per me l’onore è stato doppio – ha concluso -, perché non mi capita spesso di lavorare per la mia città”.
Nel pomeriggio, un convegno nella sala conferenza della clinica Nuova San Francesco ricorderà la figura del medico, con relazioni specifiche: “clinica e clinici in Italia al tempo di Vincenzo Lanza”, sulla “medicina e sanità nel Mezzogiorno preunitario” ,“Una realtà tra passato e futuro: Foggia nella prima metà del XIX secolo”, “l’influenza dell’Università di Napoli e di Vincenzo Lanza sulla sanità in Capitanata”, “Vincenzo Lanza: una biografia. La memoria della sua città natale” , “Il restauro del monumento a Lanza”.