Orta Nova piange la tragica morte di Valentina Tarallo, la studentessa uccisa a Ginevra a colpi di spranga probabilmente a scopo di rapina ma nelle ultime ore è spuntata un’altra pista che tira in ballo un giovane africano che la ragazza aveva conosciuto. Inoltre il portafoglio di Valentina è stato ritrovato sul luogo del delitto. La ragazza, nata 29 anni fa a Torino dove i genitori, entrambi di Orta Nova, si erano trasferiti per motivi di lavoro, viveva in Svizzera dove faceva la ricercatrice. Un uomo di colore, sul metro e novanta, avrebbe tentato di strapparle la borsa. Valentina ha trovato la morte nel quartiere dell’ospedale universitario di Ginevra. L’aggressore è ancora in fuga. La sorella, anche lei studentessa all’estero, a quanto pare sta cercando di raggiungere Ginevra. Gli eventuali testimoni sono stati invitati a mettersi rapidamente in contatto con la brigata criminale della polizia giudiziaria.
Secondo il giornale locale Le Matin, l’aggressore avrebbe attaccato la vittima con una barra di ferro per sottrarle la borsa, fracassandole il cranio. “L’autore dell’omicidio è tuttora in fuga ed eventuali testimoni sono invitati a entrare in contatto rapidamente”, si legge nella nota diffusa dalla procura di Ginevra. Le Matin cita una persona che è accorsa sul posto poco dopo il fatto, che ha raccontato di aver visto l’arma utilizzata, descritta come “la gamba di una sedia, di metallo, di lunghezza tra 60 e 70 centimetri”, che “i poliziotti hanno preso e messo in un sacchetto di plastica”.
La giovane si era laureata a Torino nel 2009 in biotecnologie, poi si era trasferita in Svizzera per seguire un un dottorato di Fisiologia cellulare e metabolismo. A La Loggia era molto apprezzata per la sua attività di volontariato.