Il sogno di volare da Foggia si allontana ancora di più. Molla anche Gtours, che lo scorso anno, in occasione della Pasqua, compiva il “miracolo” dei voli religiosi con destinazione Medjugorje. “La compagnia aerea è fallita, quindi non è stato più possibile proseguire quell’esperienza”, spiega a l’Immediato il titolare dello storico tour operator foggiano, Filippo Guglielmi. Da aprile a ottobre 2015, con due voli charter a settimana, la Gtours ha fatto viaggiare una considerevole fetta di pellegrini nello spazio aereo Foggia-Mostar con un Atr 72 della Bh Airlines, compagnia di bandiera della Bosnia ed Erzegovina, proprio in questi giorni sull’orlo del fallimento per bancarotta. Di certo lo scalo foggiano non sembra molto fortunato vista la morìa delle compagnie che anche in passato hanno spiccato il volo da quella pista.
“Reperire vettori così piccoli, da 68 posti, a causa dei limiti della pista è un’impresa, per cui come operatori turistici siamo costretti a rivolgerci ad altre destinazioni aeroportuali, con vettori più adeguati”.
Foggia-Mostar e ritorno al prezzo di 80 euro a tratta, tasse e bagagli inclusi, per 30 turni di investimento e pacchetti volo e soggiorno (4 o 5 giorni), da 375 a 410 euro, per una platea di pellegrini legati ad associazioni cattoliche e parrocchie. Questi i numeri dell’operazione verso l’altra sponda dell’Adriatico con la quale si immaginava di aprire la strada a occasioni di incoming, per portare credenti stranieri verso San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo.
Un esperimento allora reso possibile, nonostante le limitazioni della pista e le difficoltà dello scalo dauno, grazie al sostegno di Aeroporti di Puglia, del patron di Alidaunia, Roberto Pucillo, che fornì le garanzie per l’antincendio (con un costo pari a 650 euro a turno), e il finanziamento del Comune, che sborsò 20mila euro per attività di promozione e comunicazione. Un’esperienza tutto sommato positiva per media passeggeri, nonostante le difficoltà di non avere un aeroporto funzionale e gli ostacoli dovuti alla struttura, alla pista, al personale, alla problematica antincendio.
Un’iniziativa che veniva accolta con entusiasmo dal territorio e considerata di buon auspicio per l’operatività del “Gino Lisa” che recentemente ha incassato un altro stop. Tutto quello che andava fatto per far decollare l’aeroporto “Gino Lisa” non è stato fatto. Dopo oltre due anni di scartoffie e rimpalli di responsabilità, la Regione Puglia dovrà approntare il nuovo iter per l’allungamento della pista, come scaturito dalla recente teleconferenza con Bruxelles sugli aiuti di Stato. Svelato l’errore. Sotto il profilo giuridico, economico e amministrativo, non rispettava la normativa comunitaria l’istanza prodotta dalla Regione, che oggi si affida ai tecnici, con la collaborazione della Commissione europea preposta, che ha dato piena disponibilità, per la stesura della nuova versione.
C’è scoraggiamento da parte degli operatori, con una punta di rassegnazione, ammette Guglielmi, interpretando il sentimento dei colleghi. “Noi operatori abbiamo bisogno di velocità e sul Gino Lisa e sull’allungamento della sua pista si è perso solo tempo in chiacchere e ora bisogna ripresentare tutto. Si sono già persi due anni e si aspetta il miracolo, che con i voli verso una detinazione religiosa abbiamo invocato –ironizza-. É diventata una barzelletta. La forza di volontà, il desiderio da parte degli operatori del settore e del territorio c’è, ma se non c’è la volontà vera della politica le cose non si fanno. Oggi guardando Foggia e dove sta andando a finire – la constatazione amara -, mi rendo conto che forse scappiamo più che restare sul territorio. Io ho perso le speranze. Ormai sono tutte chiacchiere, non vedo niente di propositivo proveniente dal terriorio. Senza l’adeguamento, il Gino Lisa non aprirà mai e non ci sarà nessun interesse commerciale, con tutta la buona volontà degli operatori turistici. Fino a quando non avremo una struttura adeguata, ben poco potrà fare Gtours o qualunque altro operatore turistico, che deve fare i conti con la competitività dei prezzi e la convenienza economica. Il mio esperimento è stato positivo – conclude Guglielmi -, però non avrà mai, purtroppo, un seguito. Per essere appetibile e per una programmazione di lunga durata, sposteremo l’offerta su destinazioni che ci garantiscono le condizioni utili”.