Bonassisa e soci assolti (e prescritti), finisce così il processo contro la mega discarica abusiva

“Non si trattò di disastro ambientale”. Assolti gli imputati di “Black River” perchè il “fatto non sussiste”. È questa la decisione presa dai giudici nella sentenza di primo grado per la discarica abusiva scoperta nel 2008 dai carabinieri. È invece scattata la prescrizione per il reato di trasporto di materiale terroso per tutti gli imputati. Secondo l’accusa, l’azienda Agecos di Rocco Bonassisa, imprenditore delicetano, aveva realizzato una mega discarica abusiva vicino il fiume Cervaro, nell’agro di Castelluccio dei Sauri. Circa 500mila metri cubi destinati alla monnezza. Un’area vasta quanto otto campi di calcio. Gli esperti la definirono “la discarica abusiva più grande d’Europa”.

Oggi, però, Bonassisa e tutti gli altri soggetti arrestati dai carabinieri del Noe nel 2008, possono tirare un sospiro di sollievo. Assoluzione per il titolare di Agecos e per Donato Schiavone, Vincenzo Russo, Gerardo e Antonio Valente, Michele Antonio Turchiarelli, Pasquale Graniero, Donato Picaro, Antonio Pelullo e Antonio Cappiello.

I FATTI

“Disastro senza precedenti in Italia”. Così parlò l’ex procuratore di Foggia, Vincenzo Russo nel giugno 2008 commentando l’operazione “Black River” nella quale venne fuori che decine di camion sversavano rifiuti in terra di Capitanata. Oltre 5mila metri quadri interessati e 500mila tonnellate di rifiuti pari a 330mila metri cubi. “Un disastro ambientale”, affermò Russo. Fu interessata l’area vicina al torrente Cervaro (sottoposta a vincoli paesaggistici) per la quale servirebbero molti milioni per bonificarla. In quell’inchiesta emerse che il traffico dei rifiuti consentì di guadagnare 2 milioni e mezzo di euro sotto forma di risparmio dei costi aziendali necessari se si fossero smaltiti. Proprio come la più recente “Black Land” dove è emerso che alcune aziende della Campania non “compostavano” rifiuti preferendo gettarli nel territorio di Ordona grazie ad alcuni proprietari di terreni compiacenti.

Per quel disastro ambientale furono arrestati 12 soggetti. Durante l’inchiesta si raccolsero persino testimonianze di persone che raccontarono di aver trovato i propri animali morti in quell’area. L’indagine partì nel 2007 quando i carabinieri notarono strani movimenti a pochi chilometri da Castelluccio dei Sauri. I responsabili spalmavano, interravano e stratificavano i rifiuti per poi ricoprirli con inerti. Le successive analisi chimiche dopo le operazioni di carotaggio, dimostrarono l’inquinamento della zona.

Gli indagati dovevano ampliare la discarica di rifiuti solidi urbani di Deliceto. Per farlo sversarono tutti i rifiuti nella discarica abusiva adiacente al fiume Cervaro. Un’attività illecita che, come detto, fece risparmiare all’Agecos, i due milioni e mezzo di euro sopra citati.