L’Associazione foggiana Changes ha inviato al sindaco Landella una lettera aperta, sottoscritta dal presidente Lorenzo Frattarolo e dai componenti del direttivo, Eccone il testo
“Signor sindaco,
a Foggia si è tenuto un evento colorato, allegro e soprattutto pregno di significato: il Pride, grazie all’impegno delle associazioni organizzatrici e dei loro volontari, dei sindacati, dei sindacati, di tanti semplici cittadini, ha visto sfilare per il centro oltre 5000 manifestanti, in un corteo che è stato un autentico e proclamato abbraccio alla città.
Una festa dell’orgoglio omosessuale, ma anche dell’orgoglio foggiano e pugliese, testimoniato fra l’altro dalle presenze di Michele Emiliano, del sindaco di Bari Antonio De Caro, di Antonino, di Vladimir Luxuria e dal sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto (in sciopero della fame proprio per sbloccare l’iter legislativo in parlamento della legge Cirinnà).
Musica, canti, balli, striscioni per manifestare contro omofobia e transfobia, rivendicando con orgoglio i diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. La nostra associazione si complimenta con tutti i partecipanti, con una città accogliente e sicura e plaude al corpo dei Vigili, all’Amministrazione Comunale nel suo complesso ed a lei per avere garantito al meglio le condizioni per questo successo.
Ci spiace di non avere visto in piazza lei ed altri componenti della sua Giunta, ma si tratta di scelte che rispettiamo. Le chiediamo però di prendere spunto da quanto accaduto ieri per un’affermazione di diritti ed uguaglianza.
È sotto gli occhi di tutti che Foggia è più che pronta all’istituzione del registro delle unioni civili, già effettuata in Comuni governati dalle più disparate forze politiche e coalizioni. La procedura amministrativa non sarebbe complicata, visto che è agli atti la richiesta in merito formulata già nello scorso mandato amministrativo, per la precisione nel 2013, dai consiglieri Sisbarra e De Santis.
Tale registro, indipendentemente dall’iter del ddl Cirinnà o di proposte similari, permetterebbe di attuare il disposto dell’art. 2 della Costituzione, secondo il quale “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia come nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”. Una previsione che non confligge con quella dell’art.29, in cui “ La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.”
Certi di un cortese e sollecito riscontro, porgiamo distinti saluti”