In un primo momento l’area di centrodestra pensava ci potesse essere una continuità fra l’intesa nazionale Ncd-Fi per l’elezione del presidente della Repubblica e l’impegno per le amministrative di maggio. Salvatore Tatarella, che da poco ha pubblicato un libro in cui raccoglie i 5 anni di lavoro da parlamentare europeo (‘Tra Bari e Strasburgo cinque anni di attività politico-parlamentare’) dice a l’Immediato: “E perché non dovrebbero andare d’accordo anche in Puglia, se in politica esiste una logica?”. Stando all’accaduto, la crisi del centrodestra sembra più acuta di quanto appaia o sia stato valutato fino a ieri. Il deputato uscente, che l’ultima volta non si è ripresentato per Strasburgo, rimane fermo sull’unica “personalità in grado di unificare”, Francesco Schittulli. In ogni caso “decide Berlusconi al quale per ora il dossier Puglia non interessa. Fitto si è arreso, non chiede più le primarie, i nomi che circolano da Giorgino a Vitali sono chiacchiere…”.
La battaglia di Fitto è “sacrosanta”
L’ex sindaco di Cerignola mastica di politica fin dalla culla, come tutta la sua famiglia e in questi mesi “si è ritagliato il ruolo di padre nobile”, come riferisce suo figlio Fabrizio parlando del suo libro e della sua scelta di restare fuori dall’agone politico, per ora. Commenta un’indiscrezione del TgNorba. La tv barese dava fra i papabili candidati del centrodestra Luigi Vitali, ex sottosegretario alla giustizia in uno dei governi Berlusconi: “Vitali può essere il nuovo segretario di Fi al posto del senatore Amoruso che, se continua a stare con Fitto, verrà giubilato pure lui”. Insomma, una sostituzione dei vertici di Fi in Puglia (Vitali non sarebbe un fedele dell’ex governatore di Maglie) potrebbe essere dietro l’angolo frutto di una decisione dall’alto che, ovviamente, non terrebbe in nessun conto le rivendicazioni di Fitto e dei suoi “dissidenti” per quanto successo nell’elezione di Mattarella.
“Fitto ha ingaggiato una battaglia sacrosanta ma farà la fine di Alfano, Tremonti, Fini, Frattini e di tutti quelli che hanno cercato di innestare una seppur minima discussione politica. Nel Pd Renzi ha scalato il partito superando personalità con anni di esperienza, in Fi non è possibile, bisogna avere gli stessi soldi di Berlusconi e lui non li ha…”.
Coalizione con la Lega: “dubbi” di Ncd
Un resa dei conti prima delle Regionali potrebbe essere controproducente: “Al capo non interessa che a guidare il partito sia un anti-fittiano o meno, l’importante è che si tratti di una sua decisione”. In Puglia e nel sud è arrivata la Lega, Tatarella minimizza: “Prenderanno il loro 2%, raccoglieranno il voto di protesta ma bisogna vedere cosa dice Ncd sul loro ingresso in coalizione, non mi sembrano molto d’accordo”. Confessa, sorridendo, di parlare del partito di Salvini con un po’ di pregiudizio, un po’ di “disprezzo”. Al loro 2% preferisce quello, ipotetico, di Fdi.
“La politica è emigrata su un altro pianeta”
Come Gianfranco Fini, che si sta dedicando alla fondazione ‘Libera destra’, non ha alcuna voglia di tornare in politica: “Oggi la velocità di rottamazione è elevata, basti pensare a cosa è successo a Letta con Renzi”. E i figli? “Giuseppe deve fare l’avvocato…”. Smentita la voce di una candidatura di Fabrizio nella lista Schittulli (nel caso la presenti anche senza candidatura in pectore) sul futuro è vago: “Ci saranno tempi migliori, la politica è emigrata su un altro pianeta, manca un’idea che trascini, anche nel centrosinistra, Emiliano si inventa occasioni per stare sui giornali ma la proposta è carente. Come sindaco di Bari che ha fatto, oltre a demolire Punta Perotti?”. Severissimo con il centrodestra: “Continua a fare gli stesi errori del passato senza leadership riconosciuta, eccesso di personalismo e mancanza di idee”. Dalla fondazione di Fini si spera possa nascere “una nuova classe dirigente”.