Continua a Cerignola la protesta dei dipendenti della coop sociale San Francesco d’Assisi. Già dal pomeriggio di ieri hanno improvvisato un sit-in, incorniciando l’ingresso al Palazzo di Città con striscioni con su scritte le ragioni del malcontento. A rischio le garanzie occupazionali e l’esistenza stessa della storica multiservizi, soppiantata da una società di Canicattì. Questa volta ci si è affidati alla Consip, la società per azioni del ministero dell’Economia e delle Finanze, che definisce con appositi bandi le tipologie di beni e servizi e le condizioni generali di fornitura, e non tutti i lavoratori della cooperativa addetti ai servizi appaltati sono stati assorbiti. Motivo delle lagnanze anche i ritardi nei pagamenti delle spettanze per i servizi forniti all’ente, per l’ammontare di circa 200mila euro.
Questa mattina hanno presidiato l’anticamera degli uffici di governo e hanno chiesto e ottenuto un incontro chiarificatore con il sindaco Antonio Giannatempo. “Ci sono dipendenti della cooperativa che non hanno più un lavoro e il sindaco dice che è tutto ok. Continua a dire che la cooperativa non avanza nulla. E le garanzie occupazionali chi le tutela? Sta troppo agitato stamattina. Mi ha detto che sono un signor nessuno; mi sono alzato e sono andato via”, riferisce sdegnato il presidente della San Francesco, Michele Lapollo. Ha informato il prefetto Luisa Latella e il vice questore aggiunto Loreta Colasuonno della volontà dei dipendenti della cooperativa di intraprendere azioni di protesta per difendere il proprio posto di lavoro. “Ero addetta alle pulizie al Tribunale, poi hanno dimezzato il personale e solo due persone lavorano. Noi tre -dichiara un addetta accompagnata dalle colleghe- siamo fuori. Per farci lavorare il presidente ci mandò al Palazzetto dello Sport, poi anche quel servizio di pulizia è stato tagliato e ora siamo fuori da ogni possibilità di lavoro”.
Dall’oggi al domani, dall’inizio di novembre, si sono ritrovate senza lavoro e nei giorni scorse si sono rivolte al dirigente ai Servizi Sociali, Francesco Casamassima, per chiedere garanzie sul proprio futuro occupazionale. Come i colleghi addetti ai due parcheggi interrati comunali, anche loro reclamano ritardi nella liquidazione delle mensilità di settembre e ottobre. “Il sindaco Giannatempo quando viene al parcheggio ci assicura che ha pagato quanto dovuto alla cooperativa San Francesco –riferiscono gli addetti al servizio- e la cooperativa sostiene di avere un credito”. “Questo significa scagliare i soci contro di me. Va dicendo in giro che sono ladro”, replica Lapollo. Il debito dell’ente, sostiene, ammonterebbe a 222mila euro, ma la preoccupazione maggiore per lui è la rivendicazione dei posti di lavoro a rischio. “Il Comune ha fatto una gara Consip e l’appalto per la pulizia se l’è aggiudicato, a un costo ridicolo, un’azienda di Canicattì. Il fatto è che invece di assumere 12 unità –spiega- ne ha assunte 9 e 3 sono rimaste per strada. Già il 10 novembre abbiamo protestato e sottoscrivemmo con il vicesindaco un verbale che non è stato mantenuto. Noi vogliamo le garanzie occupazionali per questo e anche per gli altri servizi di scuolabus e parcheggi. L’obiettivo, è ormai chiaro, è fare fuori la cooperativa. Ci vogliono togliere Palabasket e centri sociali”.
Il nervosismo per la mattinata movimentata è palpabile anche al di là della porta a vetri, blindata dagli agenti di polizia municipale. Al sindaco appare “del tutto infondata” la protesta. “Quello che potevamo retribuire lo abbiamo saldato –dichiara a l’Immediato-, e quello che non passiamo pagare lo abbiamo sottoscritto. Il presidente della cooperativa ha un documento scritto e controfirmato da lui e dall’amministratore del Comune in cui il debito è di 105mila euro e ci siamo impegnati a pagare entro la fine di dicembre. Adesso siamo impossibilitati perché purtroppo non è regolare il suo Durc”.
L’ente ha dovuto rimodulare il palinsesto di servizi e in generale il ruolo del welfare, decurtando il sostegno economico ai centri sociali che si occupano di promuovere iniziative attività rivolte agli anziani. “Dove non ci sono le proroghe abbiamo applicato la riduzione del 10%, come previsto dalla legge –precisa Giannatempo-, quindi nei centri sociali dove ci sono gli anziani, abbiamo applicato la decurtazione del 10% del contributo che si dava agli anziani”.