“Non possiamo far diventare Sanitaservice più grande dell’Asl”. Tra pressioni e aperture, la vicenda della società in house foggiana rischia di diventare – ancora una volta – elemento di discordia nella sanità pugliese. “Abbiamo oltre 700 dipendenti – spiega il direttore generale Attilio Manfrini a l’Immediato -, con un bilancio in attivo e 4 milioni di euro di fatturato, ma non possiamo rispondere positivamente a tutte le richieste di assorbimento del personale”.
Tutto è partito dal problema del 118, affidato ancora in alcune postazioni alle associazioni di volontariato. I dipendenti, sin dalla creazione della società controllata interamente da Piazza della Libertà (nel 2009), chiedono di avere gli stessi diritti dei colleghi assunti in Sanitaservice. L’operazione teoricamente si potrebbe chiudere in breve tempo, senza un aggravio di costi insopportabile per l’azienda territoriale pubblica. “Al netto dei volontari, si potrebbero assumere i dipendenti a tempo indeterminato delle associazioni, all’incirca una trentina di persone: niente di sconvolgente…”. Solo che, con una manovra di questo tipo, si aprirebbe un precedente “pericoloso” per la Regione Puglia. Difatti, a Lecce, le associazioni di volontariato sono più di cento, con una platea di lavoratori ben più ampia. Per questo, l’assessore regionale alla Sanità Donato Pentassuglia non vorrebbe metter mano all’argomento, rinviando la decisione al successore in Giunta.
Anche perché, la partita territoriale, almeno a Foggia, non si chiuderebbe con il 118. A bussare continuamente alla porta del management, infatti, da qualche tempo ci sono i referenti della cooperativa Futura, storicamente legata alle vicissitudini politiche dell’ex senatore di centrodestra Carmelo Morra. I dipendenti non prendono gli stipendi da circa 24 mesi, una situazione che ha creato tuttavia un paradosso difficile da districare: la coop vanta crediti per 1,4 milioni dall’Asl ma ha debiti complessivi per 5 milioni di euro. Con i documenti precari (Durc in primis) sembra difficile continuare il servizio nei 7 centri di assistenza sanitaria per pazienti affetti da disturbi psichici e mentali per oltre 3-4 mesi. “L’Asl sta già pagando gli stipendi – precisa Manfrini -, anche perché oltre ai circa 85 dipendenti della coop ce ne sono una settantina dell’Asl nei centri diurni. Ma dall’altra parte la coop ha debiti verso i suoi fornitori, e non può garantire la regolarità della sua posizione nei confronti dell’Azienda sanitaria locale”.
Oltre ai dipendenti della Futura, anche gli addetti nei centri gestiti dal Consorzio San Raffaele, di proprietà della Tosinvest della famiglia Angelucci di Roma, che in provincia di Foggia gestisce centri per anziani e unità di degenza territoriale a Troia e Sannicandro. Anche in questi servizi, i problemi non mancano. E la soluzione richiesta, ancora una volta, non cambia per i dipendenti: vorrebbero essere assorbiti in Sanitaservice. Persino da Metropol arrivano le stesse richieste, dopo le denunce sindacali sui ritardi di pagamento delle spettanze che qualche tempo fa avevano superato i 7 mesi. Certo, con la campagna elettorale per le Regionali 2015 la faccenda si fa interessante. Con la “più grande assunzione di massa in Puglia” il governatore Nichi Vendola ha vinto le elezioni nel 2010. Ma adesso le maglie sono molto più strette. C’è il piano Cottarelli a limitare l’ennesima infornata di personale nella sanità pugliese.