Le “bombe d’acqua” delle scorse settimane hanno messo in ginocchio la campagna del pomodoro. A registrare i danni al settore, l’ultimo report di Confagricoltura. Gli effetti principali del maltempo si registrano sulla produzione e sul livello dei prezzi. “Al Nord – spiega a l’Immediato Marco Nicastro, presidente nazionale Fnp pomodoro da industria – le operazione di raccolta sono iniziate la settimana scorsa, molto a rilento causa insistenti e copiose piogge. I primi pomodori ad essere raccolti sono naturalmente quelli danneggiati da grandine e fitopatie. Dei 27 milioni di quintali previsti si stima un netto calo nel rench dei 24. Questo permetterà di ottenere il prezzo massimo stabilito dall’accordo interprofessionale del gennaio scorso di 92 centesimi per chilogrammo”. Ad oggi il prezzo reale riscontrato è mediamente di 72-75 centesimi.
Al centro della questione, le ”bombe d’acqua” delle ultime settimane che hanno reso impossibile l’inizio delle operazioni di raccolta. “Criticità per campi grandinati a maggio e forti fitopatie con attacchi parassitari provocano il totale disseccamento delle foglie – prosegue Nicastro -. Il maggior problema risulta però, l’assenza di contratti con le industrie presenti in loco e per alcune, la mancanza totale di garanzie bancarie che hanno ultimato i pagamenti campagna 2013 in questi giorni”. Al Sud, la zona del Casertano ha quasi ultimato le consegne iniziate a metà luglio con basse rese per ettaro. Nel Foggiano si sta ultimando la raccolta del pomodorino e si inizia con forte ritardo quella del tondo.
“Per l’allungato – spiega ancora il referente di Confagricoltura – si inizia con qualche campo danneggiato dal maltempo e orobanche. Il pomodorino pare pagato a circa 18 centesimi per chilo, il tondo 10. Purtroppo anche qui non vi è un prezzo di riferimento non avendo chiuso un accordo interprofessionale per l’ennesimo anno. Le maggiori organizzazioni di produttori segnalano in questi giorni alle industrie di trasformazione una riduzione delle produzioni del 30%, da aggiungere ad un investimento del 25-30% inferiore al 2013. Per Nord e Centro gli investimenti sembrano identici allo scorso anno”. Ecco perché ci sarebbe da aspettarsi un’impennata dei prezzi: “Orientativamente, stando alla situazione attuale – conclude Nicastro -, ci sono buone possibilità di un notevole aumento dei prezzi per i produttori, sperando che le condizioni meteo migliorino. Sicuramente la campagna sarà più lunga del solito”.