“Non distruggere qualcosa che funziona, che ancora produce ricchezza, e non destrutturare l’olivicoltura pugliese. E’ questo il grido d’allarme che proviene dagli olivicoltori della nostra terra”. Inizia così il commento del Consigliere Regionale del Pd, Ruggiero Mennea, dopo aver partecipato ad un incontro tematico promosso dalla segreteria del PD pugliese sulla nuova PAC che a giorni vedrà la definizione dell’accordo sulle scelte nazionali per l’applicazione degli aiuti diretti previsti dalla riforma. “E’ intollerabile che si lasci passare così inermi l’idea che lo sviluppo dell’agricoltura passi principalmente dal Nord piuttosto che dalle terre rigogliose del Sud. Non vuole essere, questa, una questione campanilistica o di stampo ‘sudista’. Deve diventare, invece, l’occasione per riaprire una discussione che rimette al centro la forza strategica di una scelta che può disorientare tutto il comparto agricolo e destabilizzare l’economia dell’intero Paese, e della Puglia in particolare. La sperequazione degli aiuti previsti pari a 426 milioni, non può essere immotivatamente attuata per il 50% sul settore della zootecnia, il 34% sui seminativi e il 16% sull’olivicoltura, a fronte di un impatto occupazionale che vede la Puglia impiegare lavoratori per più di otto volte quelli del Piemonte, e per sei volte quelli della Lombardia. Un’ingiustizia politica, economica e sociale – afferma con convinzione Mennea – che prefigura un disegno destrutturante ‘nordista’ a discapito di un settore, quello olivicolo pugliese, che è l’unico a registrare indicatori di crescita positivi e ad impegnare circa 350 mila lavoratori pugliesi a fronte dei 60mila toscani. Questo tentativo di destrutturazione del sistema d’eccellenza agricolo pugliese deve essere sventato. Ci sono i tempi e le modalità per ovviare a questa sciagura annunciata che vedrà i suoi effetti solo nel prossimo anno, quando oramai nulla si potrà fare. Si chieda subito – chiosa il Consigliere Democratico – un intervento del Ministro Martina per rimodulare con la discrezionalità che gli viene riconosciuta dalla Legge gli aiuti stanziati, aumentando quelli per l’olivicoltura. Si faccia tutto il possibile prima del primo agosto prossimo, data in cui il Governo dovrà approvare il decreto da inviare a Bruxselles per chiudere definitivamente la partita. Questo è uno di quei momenti in cui – continua Mennea – tutta la politica pugliese a tutti i livelli deve lanciare un unico grido dall’allarme per evitare che i nostri agricoltori l’anno prossimo chiudano le proprie aziende o decidano di espiantare gli ulivi che tanto abbiamo fatto per tutelarne il valore storico e l’interesse produttivo. Non voglio schierarmi a difesa o contro questa o quella associazione di categoria, ammaliate dalla frescura romana. Mi schiero invece con tutti quegli agricoltori, dai più piccoli ai più grandi, che non vogliono rinunciare al proprio lavoro per scelte indipendenti dalla propria volontà e che vogliono, piuttosto, partecipare alla fase di convergenza europea con pari dignità e in condizioni di concorrenza leale. Il 22 luglio prossimo affronteremo la questione in Consiglio Regionale e fino a quella data – questo l’appello di Mennea a tutta la classe politica pugliese – dobbiamo fare tutto il possibile per mobilitarci con azioni concludenti che evitino una disfatta annunciata”.