“Senza politiche nazionali coerenti, nessuna politica regionale del Sud come del resto del paese risulterà efficace”. L’ha detto l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone intervenendo questa mattina a Bari alla sesta edizione del Forum “Osservatorio Mezzogiorno”.
“La prima politica per lo sviluppo è cambiare le regole del patto di stabilità. Negoziare a Bruxelles spese di flessibilità, nettizzare il cofinanziamento nazionale della spesa comunitaria. Per questo vincolo capestro la Puglia non può più spendere”. “Il divario tra il Sud e il resto del Paese è aumentato dalla crisi del 2008 per l’assenza di politiche nazionali di contrasto alla crisi”, ha spiegato l’assessore. “Non c’è politica industriale, della ricerca e dell’innovazione, del credito e finanza, delle infrastrutture. Non c’è nemmeno una politica di investimento nel Sud, il Mezzogiorno è sparito dall’agenda politica di tutti gli ultimi governi. Le politiche di coesione da sole non sono sufficienti a contrastare la crisi soprattutto se sono sostitutive e non aggiuntive. Il Sud paga oggi l’assenza di un quadro nazionale di politiche per lo sviluppo”.
“La Puglia – ha continuato Loredana Capone – non è un’isola felice, ma una regione che è all’interno della crisi italiana. Basta però guardare i dati Istat o della banca d’Italia che dipingono la Puglia come un’eccezione nel Mezzogiorno per la sua capacità di spesa, per gli investimenti in ricerca e innovazione e per la performance nelle esportazioni per la quale la Puglia è risultata in vetta alla classifica italiana nel primo trimestre del 2014”. “Con i nostri bandi abbiamo prodotto investimenti per circa 2,5 miliardi, la metà dei quali rivolti a sostenere ricerca e innovazione. Con i soli Contratti di Programma – 44 quelli attivi – abbiamo movimentato in tutto 1,107 miliardi di investimenti e trattenuto multinazionali che volevano andar via”. “Sono state agevolate migliaia di imprese che hanno prodotto eccellenze straordinarie, come quella del distretto della meccatronica, riconosciute da autorevoli ricerche e da tutti i maggiori quotidiani e settimanali economici. Grazie alle politiche regionali sono cresciute start up e imprese innovative”. “Adesso – ha concluso l’assessore – stiamo lavorando alacremente alla nuova programmazione con strumenti innovativi. Ciononostante è necessaria una politica industriale nazionale ed è necessario concertare queste politiche, perché se tutti hanno un ruolo preciso, è importante che l’obiettivo sia comune e il percorso vada in un’unica direzione: la crescita dell’Italia intera, unica e indivisibile anche nello sviluppo”.