Centri di accoglienza fatiscenti, erogazione irregolare del “pocket money” scarsa igiene e sovraffollamento. Sono solo alcune delle criticità emerse dal dossier del Ministero dell’Interno. A far emergere questo quadro allarmante è un’inchiesta di Repubblica nella quale spunta tra i “Cara”, protagonisti in negativo, anche quello di Borgo Mezzanone a Foggia. Presenza di armi bianche, di scarafaggi nei container, mancanza di docce e di acqua calda, servizi igienici in comune per uomini e donne, lavandini otturati, rubinetti e vetri rotti, pulizia scarsa, bambini senza assistenza pediatrica. Sono alcuni degli esiti di un doppio monitoraggio che le organizzazioni del progetto Praesidium, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, l’Unhcr (Alto commissariato Onu per i rifugiati), Save The Children e la Croce Rossa hanno realizzato nel corso del 2013 su 18 centri italiani, nove Centri di accoglienza per richiedenti asilo (i famosi Cara) e nove Centri di identificazione e di espulsione (Cie), su mandato ispettivo del Viminale.
I centri di accoglienza governativi sono perennemente sovraffollati, come confermano i dati del Viminale. Si registrano persino da 1.000 a oltre 1.900 presenze in eccedenza; praticamente come cercare di rinchiudere in qualche stanza l’intera popolazione di una piccola cittadina.
Anche le condizioni dei Centri di Identificazione ed Espulsione sembrano cristallizzate nel tempo. Al netto delle 7 strutture chiuse per ristrutturazione, oggi i Cie attivi sono 5, e continuano a distinguersi per le condizioni inaccettabili e illegittime in cui vengono trattenuti i migranti.
Dai file emergono irregolarità gestionali e procedurali, oltre che strutture fatiscenti. Ne sono responsabili, nell’ordine: le cooperative che sono gli enti gestori, le questure e il Viminale. Le organizzazioni che hanno monitorato i centri non hanno diffuso pubblicamente queste informazioni. Si tratta comunque di realtà che operano con il ministero dell’Interno. Nel caso della Croce Rossa che ha ispezionato l’ambito sanitario, c’è anche un conflitto di interessi, essendo la Cri a sua volta gestore di diversi centri nel momento in cui è stato realizzato il dossier, come i Cie di Torino e di Milano e il Cara di Foggia.
Ed è proprio sul Centro di Borgo Mezzanone che ci vogliamo soffermare. Dai file spuntano enormi criticità e a vari livelli: dalla sicurezza all’igiene passando per le prestazioni sanitarie.
L’ente gestore è la Cooperativa sociale Senise hospes (precedentemente Croce Rossa Italiana).
Nel centro si registra una generale percezione di insicurezza a causa di estemporanei contrasti fra gli ospiti, nonché della presenza di ospiti senza titolo in possesso di armi rudimentali quali coltelli da cucina e barre in legno o ferro.
Prestazioni sanitarie erogate tramite tessera Stp – Straniero Temporaneamente Presente (tessera non identificativa che dà accesso a cure mediche urgenti).
Tempi eccessivamente lunghi di permanenza di presunti minori erroneamente identificati come maggiorenni (sia in attesa di decisione del Tribunale dei Minori sia successivamente ai fini del collocamento in comunità a causa di una mancanza di chiarezza sull’ente competente a individuare e farsi carico dell’onere dell’accoglienza).
Assenza di una stanza isolamento per breve osservazione.
La maggior parte degli alloggi ispezionati presenta guasti negli impianti di areazione caldo/freddo, vetri delle finestre rotti e quadri elettrici danneggiati.
Le condizioni igieniche generali non risultano buone. Servizio di pulizia insufficiente.
Fornitura non costante di acqua calda.
Scarso servizio di informazione sui diritti e doveri dell’ospite durante la permanenza nel centro ed in Italia, nonché sui servizi disponibili e le modalità ed i tempi per accedervi.
Il servizio di lavanderia non è presente all’interno del centro e ai migranti non vengono distribuite né bacinelle né stenditoi.
L’ente gestore non organizza nessuna attività ludico-ricreativa.
Non è previsto un corso di lingua italiana per sole donne. Alcune di esse non frequentano le lezioni in quanto intimorite dalla grande presenza di uomini.