Da Nord a Sud, 100 città dicono “no” alle morti per malasanità, alla malpractice in campo medico sanitario, ad un sistema sempre più politicizzato, che ha perso di vista la centralità del paziente. Codici indice così la Giornata nazionale contro la malasanità, dal Piemonte alla Sicilia, 100 delegazioni dell’Associazione, collocate in altrettante città, scendono in campo per chi volesse denunciare o segnalare casi di malpractice sanitaria. A disposizione del cittadino “Punti d’ascolto” in tutta Italia: strutture del Codici che riceveranno le segnalazioni dei cittadini indignati ed interverranno con azioni nei confronti di politici, personale medico-sanitario e strutture ospedaliere che hanno causato danni, leso la dignità del paziente se non, addirittura, causato decessi. – Decessi e denunce, 300 milioni i costi per la sanità pubblica L’Osservatorio malasanità del Codici ha analizzato ed incrociato numerosi dati resi noti da fonti ufficiali ed istituzionali. Il quadro delineato è impietoso. Decessi e denunce per malasanità, una classifica drammatica che vede la Sicilia al primo posto con il 20% di denunce. Dall’ultima relazione della Commissione parlamentare sugli errori in ambito sanitario si può evincere quanto segue: Sicilia: 20% di denunce; Calabria: 19%; Lazio:11%; Campania: 6,5%; Emilia Romagna e Puglia: 6,3%; Toscana e Lombardia: 6%; Veneto: 5%; Piemonte: 4%; Toscana: 3,8%. Drammatici anche i dati relativi alle denunce per eventi con decesso. Facendo le dovute proporzioni denunce/decesso, il quadro che ne esce fuori è il seguente: 81% in Calabria, e Campania, 77% in Emilia Romagna, Sicilia con il 72%, 69% in Puglia, il Lazio con il 66%. In Italia, quindi, le cifre degli errori commessi dai medici sono da bollettino di guerra, perché ai decessi avvenuti in corsia per errori sanitari, sono da aggiungere anche i casi in cui viene seriamente pregiudicata la salute del paziente. Una realtà sempre più presente che, spesso, si traduce nel disagio e danno del malato in primis e nei costi economici e sociali elevati, poi. Diverse fonti dichiarano che il costo annuo dei risarcimenti liquidati per malasanità oscilla da 850 milioni a 1,4 miliardi. Secondo l’Ocse, il costo medio degli errori nella sanità pubblica è quasi raddoppiato passando dai 66mila euro del 2011 ai 116mila euro del 2012. In nove anni, errori e incidenti sono costati alla sanità pubblica quasi 1,5 miliardi di euro, 300 milioni solo nel 2012. Costi questi che vengono pagati di tasca propria dai contribuenti italiani. – 12milioni di cittadini in fuga verso la sanità privata La sfiducia dei cittadini nei confronti del servizio pubblico genera una vera e propria fuga verso le cure private: “se paghi vieni trattato meglio” è il pensiero del 18% degli intervistati dall’Ocse. Ed è così che più di 12milioni di cittadini si rivolgono al privato. Il dubbio più che lecito è che la disorganizzazione imperante sia una strategia messa in atto proprio per facilitare da parte il ricorso a cure private. Il dilagante fenomeno dell’intramoenia rientra certamente nella “cura privata” seppur il medico si appoggi alla struttura pubblica, ambulatoriale e diagnostica dell’ospedale, a fronte di un pagamento non certo irrisorio da parte del paziente.