Riflettori accesi sul Comune di Mattinata per presunte infiltrazioni criminali. L’arrivo a Palazzo di Città della Commissione d’accesso agli atti ha scosso l’intera comunità. Per tre mesi, il team inviato dalla Prefettura metterà ai raggi X la documentazione amministrativa prodotta dal 2013 ad oggi. Il rischio di scioglimento del consiglio comunale, come già successo a Monte Sant’Angelo, c’è e appare in tutta la sua evidenza negli esposti presentati agli organi inquirenti.
In una lettera inviata al questore, al comandante provinciale dei carabinieri e al comandante provinciale della Guardia di Finanza, il prefetto spiega su cosa dovranno incentrarsi gli accertamenti preventivi: parentele, frequentazioni e partecipazioni in società ritenute infiltrate o contigue a consorterie criminali di stampo mafioso. Inoltre, si chiede di verificare precedenti o pendenze penali e ogni altro utile elemento che, senza travalicare il segreto istruttorio, possa essere comunicato ai fini della procedura.
Negli esposti spunta roba scottante. Si parla apertamente di “compiacenza degli amministratori comunali verso la criminalità organizzata”. Come per Monte Sant’Angelo, dove l’operazione Rinascimento testimoniò le infiltrazioni del clan Pacilli, a Mattinata sarebbe un altro clan della zona a far la voce grossa. Nel mirino c’è in particolar modo l’amministrazione guidata dall’ormai ex sindaco, Lucio Roberto Prencipe. Nelle carte emergono nomi eccellenti della malavita locale.
Gestione impianti sportivi
“La gestione degli impianti sportivi è tutta in mano alla criminalità organizzata” – si legge -. Il riferimento è ad alcune strutture gestite in paese da persone vicine agli ambienti criminali. Soggetti favoriti da “lavori svolti in economia tra mille varianti e autorizzati dal tecnico di fiducia del sindaco – durante l’amministrazione Lucio Prencipe -, l’ingegner L.”. Per un impianto in particolare, “si può notare come la concessione iniziale prevedesse una durata di 30 anni mentre, con artifizi e raggiri è stata portata a 40 anni! Un bonus di 10 anni. Inoltre ci sarebbe dovuta essere una rendicontazione puntuale di tutte le spese fatte dalla società al Comune ma questo non è mai avvenuto”.
Lsu solo sulla carta
Non poteva mancare il lavoratore socialmente utile di turno. Gli esposti tirano in ballo uno in particolare, ritenuto “uomo del clan”. “Dovrebbe lavorare per un tot di ore alla settimana alle dipendenze del Comune – si legge -. Formalmente questo avviene ma non ha mai svolto un’ora di lavoro comandato dal Comune. Si reca a timbrare il cartellino presso l’ufficio tecnico, poi torna a svolgere la sua attività principale, quella di grossista nel settore alimentare. Sindaco e ingegnere consapevoli di questo ma continuano a rinnovargli il contratto”.
Mensa scuole dell’infanzia
Nell’esposto spunta anche il bando per l’aggiudicazione della mensa scolastica per i prossimi 5 anni. “Anche qui si chiede di vigilare. Negli ultimi 2 anni, il servizio è stato gestito dalla società Cir Food. L’amministrazione comunale ha individuato nella moglie di una persona molto vicina al clan, una delle maestranze per servire i pasti”.
Ancora parentele e un sindaco condannato
Negli accertamenti sulle parentele, richiesti dal prefetto, potrebbe spuntare anche il nome di un consigliere di maggioranza Pd (amministrazione Lucio Prencipe), parente di malavitosi. Un’altra posizione delicata sarebbe quella di una importante esponente del Pd cittadino, sorella di un pregiudicato al quale annualmente viene concessa la gestione di un noto chiosco per l’estate. Infine c’è lui, Lucio Prencipe, l’ex primo cittadino, tirato spesso in ballo negli esposti. La sua gestione “all’acqua di rose” del Comune di Mattinata è confermata anche dalla Corte dei Conti che nel 2015 lo condannò, su segnalazione, per danno erariale. Il sindaco spese somme illegittimamente. Prencipe che oggi è all’opposizione insieme al suo ex vicesindaco Raffaele Prencipe e a Rosa Pia Ciccone, ex assessore lavori pubblici. Tutti condannati in via definitiva per danno erariale.