Nervi tesi in Forza Italia a Monte Sant’Angelo dove pochi giorni fa è stata inaugurata una nuova sezione del partito. Nelle scorse ore, il consigliere comunale Felice Scirpoli, ex candidato sindaco ed ex vicesindaco di Antonio Di Iasio, primo cittadino all’epoca dello scioglimento per mafia dell’ente comunale (2015) ha inviato una nota polemica contro la nuova governance azzurra in paese.
“Quello che è stato, fino ad inizio marzo scorso, il Gruppo storico di Forza Italia di Monte Sant’Angelo, unitamente ai due Consiglieri Comunali di riferimento – scrive Scirpoli nella nota -, prende le distanze dall’attuale governance del Partito e dai loro riferimenti politici territoriali. È stato doveroso fare chiarezza anche per dare ai cittadini la corretta informazione al fine di evitare qualsiasi dubbio. Rassicuriamo, comunque, che non faremo mancare, come sempre, il nostro impegno politico per il bene della città”, firmato Gruppo storico Forza Italia Monte Sant’Angelo.

Ma da chi è composta la nuova governance di FI a Monte? I consiglieri comunali facenti parte del gruppo storico sono Felice Scirpoli e Laura Potenza in contrapposizione con il giovane coordinatore cittadino, Alessio Basta che sarebbe sostenuto da Pasquale Benestare e dalla figura controversa dell’ex assessore ed ex consigliere comunale Damiano Totaro, citato nella relazione di scioglimento e cugino del pentito di mafia Matteo Pettinicchio, ex braccio destro di Enzo Miucci, boss reggente del clan Li Bergolis-Miucci-Lombardone.
Di recente il collaboratore di giustizia ha ammesso che un tempo il Comune apriva tutte le porte all’organizzazione criminale: “Quando andavamo noi al Comune a chiedere un piacere, agli altri non glieli facevano e a noi sì”.

La Rssa e l’attivismo social
Totaro finì nella relazione di scioglimento in quanto gestore, all’epoca, della Rssa Villa Santa Maria di Pulsano, poi commissariata, che tra i dipendenti annoverava le compagne di Pettinicchio e Miucci. Stando alla relazione del prefetto, le assunzioni delle due donne apparirono come “non casuali” e legate ai rapporti parentali esistenti tra Damiano Totaro e il cugino Matteo Pettinicchio. “Tali circostanze – scrisse la Prefettura – appaiono significative potendo ragionevolmente trarsene se non la contiguità, la ‘permeabilità’ dei titolari della struttura – tra i quali figurava il consigliere di maggioranza, già assessore – da parte di questi soggetti (di cui uno a lui legato da vincoli di parentela), il cui spessore criminale, almeno per quanto riguarda Pettinicchio, non poteva essere ignorato dal politico”. Circostanze, seppur datate 2015, che rendono quantomeno inopportuno che Totaro graviti nel partito comparendo al fianco dei vertici locali e persino del leader nazionale Antonio Tajani come nelle foto da lui stesso pubblicate sui social network.

Notorio l’attivismo social di Totaro per il partito, il suo profilo è dedicato quasi esclusivamente alle attività dei berlusconiani con inviti alla cittadinanza a partecipare agli eventi. Inoltre, fino a poco tempo fa, la pagina Facebook “Forza Italia Monte Sant’Angelo” aveva persino la sua mail come riferimento nei contatti.
Un attivismo confermato anche da un post polemico con la politica cittadina in seguito alla nomina di Basta a coordinatore cittadino: “Silenzio politico su Alessio Basta: nessun messaggio di auguri da Monte Sant’Angelo – scrisse in esodio Totaro -. Un giovane promettente è stato eletto alla guida di Forza Italia, segnando un importante passaggio generazionale per il partito. Tuttavia, nonostante la rilevanza dell’evento, stupisce il silenzio assoluto da parte degli esponenti politici di Monte Sant’Angelo, che né attraverso i media né con altri canali hanno espresso pubblicamente auguri di buon lavoro al nuovo segretario. Preoccupa inoltre il clima di boicottaggio interno da parte di alcune figure storiche del partito, che sembrano più concentrate su interessi personali – che si tratti di proseguire la carriera universitaria, ottenere sistemazioni per i propri figli o mantenere posizioni di potere – piuttosto che sul rilancio e il rinnovamento della forza politica. Resta dunque da chiedersi: il silenzio istituzionale è dovuto a una scelta autonoma o si attende un via libera dall’assessore regionale prima di esprimersi ufficialmente? La politica, soprattutto a livello locale, ha bisogno di trasparenza, coerenza e senso di appartenenza, valori che oggi sembrano essere messi in secondo piano”.