Si infiamma il dibattito politico a Cerignola attorno alla questione Engie, la società che gestisce la pubblica illuminazione e che ha presentato un decreto ingiuntivo da quasi due milioni di euro al Comune. A lanciare l’allarme era stato Carlo Dercole, esponente forzista ed ex assessore, che attraverso il sito Marchiodoc aveva denunciato il rischio di un’esposizione finanziaria che, con interessi fino al 2027, potrebbe superare i cinque milioni.
Secondo Dercole, l’amministrazione guidata da Francesco Bonito avrebbe deciso di non onorare adeguamenti contrattuali già previsti, e dirottato fondi destinati a quell’obiettivo su altri capitoli. “I cittadini sono a conoscenza di questo problema?”, ha incalzato l’ex assessore, chiamando in causa anche i consiglieri comunali e paventando ulteriori ricadute sui conti pubblici.
La replica di Bonito: “Engie non ha diritto a nulla”
Non si è fatta attendere la replica del sindaco, che ha smentito seccamente le ricostruzioni del forzista. “Un emerito ignorante diffonde notizie sciocche, stupide e tendenziose. Ad Engie non dobbiamo nulla – ha dichiarato Bonito – e ci siamo pertanto opposti al decreto ingiuntivo, che non ha ottenuto l’esecutività da parte del giudice ed è attualmente sospeso”.
Per il primo cittadino, le pretese economiche della società francese nascono da una “folle negoziazione” sottoscritta dalle precedenti amministrazioni, in particolare da quella di Franco Metta, che avrebbe danneggiato i cittadini cerignolani. Bonito ha ricordato anche la vicenda SIA, con il Comune che ha bloccato un altro decreto ingiuntivo da 7,5 milioni di euro presentato dalla curatela fallimentare.
Accuse incrociate e stile polemico
Nel suo intervento, Bonito ha puntato il dito contro quella che definisce una “strumentalizzazione politica” della vicenda e ha precisato che “nessun costo raddoppiato per la trasferenza è stato versato”, così come “non è stato corrisposto nulla a Teknoservice oltre quanto previsto da rogito notarile”.
Poi l’affondo personale contro Dercole: “Appare opportuno chiedere se sia o meno genero di Franco Metta e se sia consapevole di aver riscosso, in tale qualità, un’indennità assessorile truffandola alla municipalità. Chissà come Metta ha rendicontato questa truffa nei suoi atti contabili”, ha concluso con tono durissimo il sindaco.
Uno scontro destinato a proseguire
La questione Engie, ormai divenuta terreno di scontro politico, è destinata a restare centrale nel dibattito cittadino delle prossime settimane. Tra cifre da chiarire, atti amministrativi sotto esame e accuse che vanno ben oltre il merito tecnico, si profila l’ennesima spaccatura tra l’attuale amministrazione e chi ne contesta le scelte, con uno sguardo sempre rivolto ai bilanci futuri e alla stabilità economica dell’ente.