Il Consiglio regionale della Puglia si prepara a un passaggio cruciale: la modifica dello statuto per ridurre da 50 a 40 i seggi, adeguandosi così alla normativa nazionale legata al calo demografico. Una tappa obbligata, prevista da una norma del governo Monti, che impone agli enti regionali di ridefinire la propria composizione in base alla popolazione residente. Ma l’intenzione della maggioranza è quella di introdurre contestualmente alcune modifiche alla legge elettorale, in particolare riguardo alla candidabilità dei sindaci e alla gestione degli incarichi nelle agenzie e partecipate.
Statuto da rivedere entro luglio
Come spiegato dal capogruppo del Partito Democratico, Paolo Campo, “la riforma dello statuto è indispensabile a garantire il corretto esito delle elezioni qualora il numero dei consiglieri eletti passasse dagli attuali 50 ai 40 previsti dalla norma nazionale. Al fine di raggiungere questo risultato è necessaria la doppia votazione delle modifiche, da svolgersi a distanza di almeno 60 giorni l’una dall’altra”.
Le date cerchiate in rosso sono il 20 e il 27 maggio, quando l’Aula di via Gentile tornerà a riunirsi. Nella prima seduta si discuterà di crisi idrica e oleoturismo, nella seconda si andrà al voto sulla prima approvazione della riforma statutaria, che sarà poi definitivamente licenziata a luglio.
Riforma elettorale e coalizione “Decaro”
Ma all’interno del centrosinistra si guarda oltre, puntando a un pacchetto più ampio che includa anche la modifica della legge elettorale. Tra i temi caldi c’è la proposta di ridurre a 60 giorni (dagli attuali 180) il tempo di preavviso per le dimissioni dei sindaci che intendano candidarsi alle regionali. La norma, secondo quanto riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, raccoglierebbe l’interesse trasversale anche di Fratelli d’Italia, con cui il Pd avrebbe avviato un dialogo informale.
Altro punto in discussione è la possibile revisione della cosiddetta norma Laricchia, che frena il rinnovo dei vertici nelle società partecipate. Il centrosinistra punta anche a introdurre la figura del consigliere supplente, che sostituirebbe chi entra in giunta, garantendo così piena rappresentanza senza ricorrere a surroghe successive.
Malpancisti e variabili impazzite
Se l’obiettivo politico della maggioranza è quello di blindare l’alleanza intorno alla futura candidatura di Antonio Decaro, le tensioni interne non mancano. Come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno, il Pd mira a legare l’approvazione della legge elettorale alla composizione della futura coalizione, lasciando intendere che chi si chiama fuori rischia di non trovare posto nelle liste.
Alla riunione di maggioranza, nei giorni scorsi, hanno preso parte tra gli altri Paolo Campo e Francesco Paolicelli per il Pd, Alessandro Leoci per Con, Massimiliano Stellato (civico, in coalizione con la Lega a Taranto), Antonio Tutolo di Per la Puglia, e il consigliere politico di Michele Emiliano, Giovanni Procacci.
Il clima resta teso: nessuno scommette su un nuovo “voto largo” come quello che ha permesso di approvare il bilancio a dicembre e il ripiano a fine aprile. Tra civici malpancisti e consiglieri prossimi alla non ricandidatura, le variabili in Aula non mancano. E anche da Roma, dove è attesa una proposta di legge del centrodestra al Senato, le tempistiche non sono ancora chiare, con dubbi al Colle su un eventuale cambio di regole troppo a ridosso del voto.