La Cipolla Bianca di Margherita Igp non nasce dalla terra, ma dalla sabbia. E non da una sabbia qualunque, bensì quella del litorale adriatico pugliese, a sud del Gargano, dove la natura ha disegnato un paesaggio di rara bellezza, protetto dalla Convenzione di Ramsar del 1979 per la sua rilevanza ambientale. È qui, tra il fiume Ofanto e il Candelaro, nei territori compresi tra Margherita di Savoia, Zapponeta e Manfredonia, che questa eccellenza dell’agroalimentare pugliese prende vita.
Una coltivazione fuori dal comune
Siamo andati in uno dei campi coltivati a Cipolla Bianca di Margherita Igp, nel cuore della stagione della raccolta, accompagnati dal presidente del consorzio di tutela e dall’agronomo Ruggiero Piazzolla. Il terreno sabbioso, baciato dal sole e dalle brezze marine, regala alla cipolla caratteristiche uniche: è ricca di acqua e zucchero, dolce al palato e digeribile, tanto da poter essere consumata cruda.
“È un prodotto straordinario – spiega Piazzolla – con proprietà organolettiche eccezionali. Inoltre, grazie al basso contenuto di composti solforati, non provoca lacrimazione”. Ma non è solo una questione di gusto: dal punto di vista salutistico, la cipolla vanta proprietà lassative e, secondo la tradizione, viene utilizzata anche per combattere il verme solitario nei bambini.
Un consorzio per la tutela e la promozione
A difendere e valorizzare questa rarità è il Consorzio di Tutela della Cipolla Bianca di Margherita Igp, nato per garantire standard di qualità e per proteggere il marchio da abusi. Attualmente ne fanno parte venti aziende di piccoli produttori, due cooperative di produzione e quattro aziende di confezionamento. A guidare il consorzio è Giuseppe Castiglione, che illustra così le finalità: “Ci occupiamo di promuovere la cipolla attraverso fiere di settore, soprattutto all’estero, e di vigilare affinché il nome non venga utilizzato impropriamente”.
Non solo bianca: cresce anche la cipolla rossa delle Saline
Nel medesimo areale, seppure su superfici più contenute, si coltiva anche un’altra varietà: la Cipolla Rossa delle Saline, recentemente divenuta presidio Slow Food. Un’altra gemma agricola di questo angolo di Puglia che continua a sorprendere per biodiversità e qualità, confermando l’enorme potenziale di un territorio che ha fatto delle sue sabbie un fertile giacimento di eccellenze.