Le gelate tardive che hanno colpito la Puglia nei giorni scorsi rischiano di compromettere gravemente il raccolto di orzo, materia prima fondamentale per la produzione di birra artigianale e agricola. L’allarme arriva da Coldiretti Puglia, che denuncia un quadro preoccupante: spighe imbiancate e rese ridotte, proprio nei campi destinati alla filiera brassicola, con circa 20mila ettari coltivati a orzo in tutta la regione.
Un colpo pesante per un comparto in forte espansione, che negli ultimi anni ha visto crescere l’interesse verso le birre Made in Italy, spesso realizzate con cereali e ingredienti tipici del territorio. “La birra è sempre più bevanda di degustazione – spiega Coldiretti – con richiami al territorio e alla tipicità, elementi che vanno tutelati e valorizzati partendo proprio dalle coltivazioni locali”.
Una birra fatta di grani antichi e ingredienti a km zero
Oltre all’orzo, nella produzione di birra artigianale italiana vengono utilizzati grani autoctoni come il Senatore Cappelli, il Risciola, il Timilia, il Biancolilla e altri ancora, ciascuno in grado di offrire aromi e sentori unici. Anche il luppolo, a seconda della provenienza, può donare note floreali, erbacee o fruttate. E sempre più spesso, a questi ingredienti si affiancano materie prime originali e locali: dalla birra al carciofo a quella ai fichi, dalla birra di canapa a quella realizzata con foglie d’ulivo o carrube.
Una creatività tutta pugliese che ha dato impulso a una nuova tendenza: la birra agricola a chilometro zero, nata direttamente nelle aziende agricole che coltivano in proprio le materie prime. Un fenomeno che ha preso piede soprattutto nelle province di Bari (34 realtà) e Lecce (31), seguite da Foggia (22), Taranto (16), BAT (9) e Brindisi (7), per un totale di 119 birrifici, beer firm e brew pub presenti in Puglia.
Una birra giovane e innovativa
Non è solo un prodotto, ma anche un motore di occupazione giovanile: secondo Coldiretti, sono proprio gli under 35 i più attivi nella filiera, capaci di introdurre innovazioni che spaziano dalla certificazione d’origine al legame diretto con le aziende agricole, fino a nuove modalità di distribuzione come i mercati di Campagna Amica o i brewpub.
Stanno nascendo anche nuove professionalità, come il sommelier della birra, figura esperta nella degustazione, nella valutazione di qualità e nei migliori abbinamenti gastronomici. Una figura che incarna la trasformazione della birra da semplice bevanda a prodotto culturale, capace di raccontare il territorio, la sua biodiversità e le tradizioni agricole.
Tra emergenza climatica e promozione del Made in Italy
L’allarme di Coldiretti si inserisce in un contesto più ampio di fragilità del settore agricolo di fronte ai cambiamenti climatici. La perdita di raccolto d’orzo rappresenta non solo un danno economico, ma anche un freno allo sviluppo di una filiera che ha saputo coniugare innovazione, qualità e identità locale.
“Serve tutela e attenzione – conclude Coldiretti Puglia – per un patrimonio produttivo che non è solo agricolo, ma anche culturale. La birra italiana artigianale merita rispetto, contro le scorciatoie delle etichette evocative usate da marchi industriali che spesso nulla hanno a che vedere con il territorio”.