Con 20 voti favorevoli e 6 contrari, il Consiglio comunale ha approvato il rendiconto della gestione per l’anno 2024. Il Comune non solo presenta un forte consolidamento della situazione economica, ma può vantare un milionario avanzo di gestione, per pianificare il futuro con risorse finalmente disponibili e stabili dopo i difficili anni del piano di rientro. Il risultato di amministrazione si attesta a oltre 131 milioni di euro, mentre l’avanzo libero, ovvero la quota realmente utilizzabile dall’amministrazione, raggiunge i 18,7 milioni, con un balzo straordinario rispetto ai 787 mila euro dell’anno precedente.
Aumentano i residui attivi, trainati dai trasferimenti legati ai progetti PNRR, che nel Comune di Foggia mostra risultati superiori alla media regionale pugliese: al 31 dicembre 2024 sono state incassate il 20% delle somme accertate e pagate il 43% delle somme impegnate, dati che collocano l’amministrazione tra quelle più reattive nella gestione del Piano.
Grande il risultato del dirigente Carlo Dicesare, riammesso da poco con i pianoforti jazz nelle chiese anche nel settore Cultura.
In aula i 4 ribelli: i due socialisti, Mino di Chiara e Stefania Rignaese, il meridionalista Pasquale Cataneo e l’indipendente Antonio Pio Mancini. Falcidiato invece il M5S, presente al momento del voto soltanto col suo capogruppo Mario Dal Maso. Ha pesato l’assenza dell’ingegner Giovanni Quarato. Francesco Strippoli invece ha fatto una scelta ben precisa. È rimasto fuori quando si doveva votare perché spiega: “Il M5S ha una specifica battaglia che merita rispetto. Serve chiarezza sul Pug”.
Il tutto è rinviato alla riunione di verifica, ma i malumori pur striscianti sembrano come anestetizzati. In tanti si sono detti pronti a ritornare al voto, di fronte a reiterate minacce di dimissioni ormai prive di significanza politica.
“Questo rendiconto – ha dichiarato l’assessore al Bilancio Davide Emanuele – è la fotografia di un cambiamento reale. Abbiamo riportato il Comune di Foggia su un binario di equilibrio e affidabilità. Non si tratta soltanto di numeri: i circa 19 milioni di avanzo libero significano risorse vere, disponibili, da reinvestire sulla città e sui cittadini. Abbiamo ricostruito un clima di fiducia nei confronti dell’Ente, sia internamente che verso l’esterno. Il miglioramento degli incassi dimostra che le famiglie e le imprese hanno ricominciato a credere nelle istituzioni locali”.
Il dibattito in aula è stato in parte molto monopolizzato dalla crisi politica post voto Social Housing e dall’evidente mancata spesa e programmazione degli ultimi statici mesi amministrativi, che il matronage teatrale della sindaca Maria Aida Episcopo sembra costantemente minimizzare, dentro discorsi forbitissimi uniti a un uso del dialetto esibito e compiaciuto.
Sia le opposizioni sia pezzi di maggioranza sono concordi nell’asserire che tanto di più si può fare per la città ora che ci sono le risorse. E non solo le strade ovviamente.
Il più duro come di consueto è stato Giuseppe Mainiero, che ha evidenziato l’aumento dell’abusivismo e il crollo delle occupazioni di suolo pubblico nelle aree mercatali, il fallimento dei nidi comunali senza più insegnanti e infanti iscritti. Sono meno di 200 i piccoli degli asili nido comunali foggiani, a fronte di una programmazione che prevede l’apertura di altre due strutture.
“Abbiamo un ente finanziariamente sano, ma se la squadra è questa non ne siete. L’inizio della fine di un’amministrazione è quando un sindaco inizia a parlare con ogni singolo consigliere e a fare la conta. Abbassate almeno le tasse di 1 milione di euro. Sarebbe semplicissimo. Sta andando in scena la fotografia plastica che in un anno non avete fatto nulla. Tutti gli assessori hanno in segno meno, nessuno ha un segno più. Il voto non può che essere zero”, ha detto l’oppositore.
L’Ente è passato da un disavanzo di amministrazione di 39 milioni di euro e una cassa di appena 1,4 milioni a 143 milioni di euro in cassa. “Quando non ci sono servizi non vedo di cosa essere felici, è vero abbiamo una situazione finanziaria florida – ha rimarcato Raffaele Di Mauro – a questa amministrazione bastava pochissimo per fare percepire che qualcosa si stava facendo”. Sfoltimento delle aiuole, immagini costanti di crateri per le vie della città, la sicurezza, le politiche sociali, l’assenza di luoghi di socializzazione per ragazzi e anziani.
Di Mauro ha chiesto conto di diversi temi, tra cui Parcocittà e anche il mancato pagamento di canone, tari e altre incombenze da parte della società calcistica dal 2020 ad oggi, sottolineando che “il centrodestra non può essere stampella per nessuno”.
“L’amministrazione ha perso l’occasione del Bus Rapid Transit – ha osservato Cataneo – non è stato redatto un progetto del costo di 250mila euro, con un avanzo milionario si è deciso di non fare un investimento, che sarebbe stato interamente ripagato dal Ministero, come accaduto a Bari e a Taranto. Anche sulla seconda stazione AV ci sono i 47 milioni per la prima fase, ma il Comune avrebbe dovuto spingere affinché fosse finanziata anche la seconda fase. Vanno rilanciate le tematiche sull’emergenza abitativa insieme alla cautela sull’Housing sociale, che potrebbe avere degli esiti nefasti sul bilancio comunale. Foggia subisce scelte di personalità e di attività che non sono legate al contesto foggiano, la Giunta deve puntare a mettere al primo posto l’interesse di Foggia e dei foggiani. Il sindaco e i consiglieri sono eletti dai cittadini e i loro compensi sono decisi dai cittadini, gli altri livelli di governo non sono decisi dai cittadini e sono più responsabili dell’inerzia esistente”.
Ha rivendicato i risultati Claudio Amorese, capogruppo meloniano: “Questi rendiconti sono figli di una amministrazione di centrodestra che ha risanato i vostri debiti”.
Il pentastellato Strippoli ha rilevato invece l’aumento della riscossione, la fruttuosa lotta all’evasione fiscale, il maggior numero di entrate sulle sanzioni stradali salite a 4 milioni di euro e lo scarso stanziamento per la cura del verde con soli 30 operai, che provoca la fioritura di erbacce spontanee bucoliche e colorate sì, ma infestanti e pericolose anche per la sicurezza stradale ad alcuni incroci.
Il capogruppo dem Lino Dell’Aquila è stato usualmente critico. “Serve un cambio di passo”, ha detto in più di una circostanza, elencando welfare, lavori pubblici, piano del commercio per un settore che “sta morendo”. “La maggioranza può avere anche pensieri diversi, noi non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno a questa Giunta. Cerchiamo di invertire la rotta, di condividere di più. Solo confrontandoci potremo salvare questa città”, ha commentato.
Quando è toccato alla sindaca intervenire ha risposto inizialmente con un attacco al Governo Meloni, fatto, come ha spiegato, con “contezza docimologica”. “Siamo terzi su tutti i comuni della Puglia per multe elevate, abbiamo risposto ad una esigenza della città che ci chiedeva più rigore che non è minaccia ma una regola che si deve fare viva. È stato struggente l’impegno dei lavori pubblici per il Palmisano perché nonostante i fondi e i lavori il gap è stato sulle certificazioni strutturali, cosa che ad oggi è stata risolta. Paolo Affatato è sceso con i guantoni negli archivi per cercare i faldoni. Siamo sbigottiti come i tifosi rispetto a scelte irragionevoli e ondivaghe, non vedo un’istituzione cosa fare di più. Io, se scendo in campo da sportiva che ero, voglio ritrovare i valori sani dello sport e non una euforia pantoplastica. La mia vicinanza va ai tifosi che hanno subito quest’anno un lutto lacerante. Il PNRR più scandaloso per lentezza e inerzia è quello nazionale su Borgo Mezzanone, ditelo al ministro Piantedosi. Abbiamo avuto la proroga a giugno 2026, 56 milioni di euro con uno Stato assente”.
“Qui siamo foggianocentrici”, ha osservato a chi accusa la Giunta di essere eterodiretta da Bari.
E ha concluso: “Grazie ai consiglieri di maggioranza Pontone, Cataneo e Dell’Aquila. Faremo tanto di più e lo faremo insieme. Il Pug è una assoluta priorità di questa amministrazione. Ci stanno a cuore gli obiettivi, altri 800 mila euro saranno stanziati sul verde, ci sono tante zone bianche, spendiamo solo 6 euro pro capite. Questo è un bilancio che va votato senza esitazioni e all’unanimità”.