Muri sgretolati, infiltrazioni d’acqua, condizioni di inagibilità che hanno portato alla sospensione delle attività. È questo lo scenario denunciato dal movimento politico Cambia – Con Angiola, che lancia un appello durissimo all’amministrazione comunale di Foggia per la situazione in cui versa la sede dell’associazione “Giovanni Panunzio – Legalità Eguaglianza Diritti”, ospitata nei locali di via Scillitani, nell’ex I Circoscrizione Arpi.
Un luogo simbolico, dedicato alla memoria dell’imprenditore Giovanni Panunzio, ucciso dalla mafia nel 1992 per aver denunciato il racket. Oggi, quella stessa sede è costretta a chiudere i battenti, in un silenzio che il movimento Cambia definisce “colpevole e inaccettabile”.
“Un presidio di legalità abbandonato al degrado”
Il segretario provinciale Nunzio Angiola, consigliere comunale e promotore dell’iniziativa insieme alla dirigente Mirella Losito, esprime sconcerto e indignazione per la situazione: “Parliamo di un bene pubblico – denuncia – eppure il Comune non ha mosso un dito. È inaccettabile che una realtà che rappresenta la lotta alle mafie venga lasciata senza spazi e senza risposte”.
L’associazione Panunzio è da anni punto di riferimento per iniziative contro la criminalità organizzata e per la promozione della cultura della legalità. La sospensione delle attività, secondo Cambia, è “una ferita aperta per tutta la città”.
La richiesta: “Ripristinare subito l’agibilità della sede”
Cambia chiede un intervento immediato da parte dell’amministrazione guidata dalla sindaca Maria Aida Episcopo, in particolare dell’assessorato alla Legalità, affinché vengano ripristinate le condizioni minime di sicurezza e agibilitàper consentire all’associazione di riprendere le proprie attività nel luogo che le è stato assegnato.
“La lotta alle mafie non si fa con i post o le celebrazioni, ma garantendo strumenti e spazi a chi la combatte ogni giorno – afferma Angiola –. Se non si interviene subito, ogni parola sulla legalità resterà pura retorica”.
Un caso politico e simbolico
La vicenda rischia di trasformarsi in un caso politico e tocca uno dei nervi scoperti della città di Foggia, da anni segnata da inchieste e scioglimenti per mafia. Per Cambia, il destino della sede Panunzio è un banco di prova per testare la reale volontà dell’amministrazione di sostenere chi si batte quotidianamente per la legalità e la giustizia sociale.
“Chiediamo un atto di responsabilità. E lo chiediamo ora”, conclude il comunicato del movimento.
Nel frattempo, la sede resta vuota. E con essa, per ora, anche la promessa di una città più giusta.