La conferma arriva dai dati ufficiali appena inseriti sugli organici del personale ATA: la fusione tra l’Istituto “Mattei” e il “Fazzini-Giuliani”, annunciata mesi fa tra polemiche e promesse di salvaguardia occupazionale, produce ora effetti tangibili e drammatici. Lo denuncia con fermezza l’assessora all’Istruzione del Comune di Vieste, Graziamaria Starace, che da tempo lancia l’allarme sulle conseguenze di questa decisione.
Con l’accorpamento, il territorio perde un dirigente scolastico, un direttore amministrativo, due assistenti amministrativi e ben otto collaboratori scolastici. Non si tratta, precisa l’assessora, di semplici trasferimenti: “Questi posti vengono eliminati dall’organico provinciale e chi li occupava, spesso con contratti precari, dal prossimo luglio resterà senza lavoro”.
Un quadro ben diverso rispetto alle rassicurazioni arrivate mesi fa dall’assessore regionale alla Sanità, che aveva garantito l’assenza di perdite occupazionali. “I fatti dimostrano il contrario – sottolinea Starace –. Parlava solo di un pensionamento per dirigente e direttore, senza considerare – o fingendo di non considerare – che qui si sta tagliando, non sostituendo”.
E le preoccupazioni non finiscono qui. Dopo il personale ATA, a essere colpiti saranno anche i docenti. Le cifre esatte non sono ancora disponibili, ma il trend è chiaro: altri posti verranno cancellati. “Questa decurtazione – avverte l’assessora – significa un impoverimento strutturale per l’intero territorio, un servizio scolastico che non potrà più garantire gli stessi standard”.
Gli edifici scolastici rimarranno aperti, ma con meno personale sarà difficile gestirli. Otto collaboratori scolastici in meno comportano aule meno pulite, laboratori meno efficienti, meno supporto nelle cucine e nel convitto. Il carico di lavoro, già gravoso, rischia di diventare insostenibile. E a farne le spese saranno gli studenti.
“A Vieste ogni posto di lavoro perso non è solo un numero – conclude Starace –. È una famiglia in difficoltà, un’occasione in meno per i nostri giovani. Non ci fermeremo finché non sarà ristabilito il diritto a una scuola efficiente, dignitosa e vicina ai bisogni della nostra comunità. Le scuole non sono numeri. Sono persone, storie, futuro”.