La pazienza è finita. I sindaci dei 18 comuni del Parco Nazionale del Gargano lanciano un ultimatum al Ministero dell’Ambiente, denunciando una gestione “monocratica e isolata” dell’ente e chiedendo una svolta immediata. Al centro delle critiche c’è l’assenza di un presidente, la paralisi degli organi di governo e l’estromissione delle rappresentanze locali dal processo decisionale.
A guidare la protesta è Rocco Di Brina, sindaco di Carpino e presidente della Comunità del Parco, che raccoglie i primi cittadini dell’area protetta. “L’Ente Parco, così com’è oggi, non serve al territorio – dichiara –. Abbiamo provato a ricostruire un rapporto costruttivo, ma siamo stati sistematicamente ignorati. Ora diciamo basta: se il Ministero non nominerà subito un nuovo presidente, e non avvierà un reale cambiamento, usciremo dalla governance del Parco e daremo avvio a forme di protesta pubblica e coordinata”.
“Un Parco vivo, non un organismo statico”
La nota congiunta firmata dai sindaci è un atto politico forte che arriva dopo anni di tensioni e incomunicabilità. “Il Gargano ha bisogno di un Parco vivo, inclusivo, capace di essere motore di sviluppo, custode del paesaggio e alleato delle comunità. Quello che invece abbiamo vissuto è stato un isolamento senza precedenti”.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’assoluzione dell’ex direttrice dell’Ente, che secondo i sindaci ha evidenziato ulteriormente le ambiguità e le criticità di una gestione ritenuta inadeguata. “Serve un cambio di rotta radicale – scrivono –. Il Ministero non può più ignorare le nostre richieste. È in gioco la credibilità di uno dei Parchi più importanti d’Italia”.
Minaccia di rottura istituzionale
Se non arriveranno risposte immediate, i sindaci sono pronti a stracciare l’accordo istituzionale: “Invieremo una nuova nota al Presidente della Repubblica e alla Presidente del Consiglio, e scenderemo in piazza con le nostre comunità. O si cambia passo, o sarà inevitabile una rottura”, dichiara Di Brina.
Tra le richieste principali: la nomina urgente del presidente del Parco, la definizione del Direttivo, e il ripristino degli organi collegiali, come Giunta e Vicepresidenza, “perché non si perpetui lo schema di potere che ha portato all’isolamento”.
Una svolta attesa da anni
Il Parco del Gargano, istituito nel 1991, è uno dei più estesi e ricchi di biodiversità in Italia. Ma negli ultimi anni è finito spesso al centro di polemiche per inerzia decisionale, mancanza di progettualità e assenza di coinvolgimento del territorio. Ora i sindaci mettono il Ministero con le spalle al muro: “Non resteremo più a guardare. Abbiamo il dovere di difendere le nostre comunità e il valore di un ente che, se ben gestito, può e deve essere un volano per tutta l’area garganica”. L’appello è chiaro. Ora si attende la risposta da Roma.