È un mega rimpasto quello che sta tentando di mettere in atto la sindaca di San Severo, Lidya Colangelo. Il suo azzeramento di Giunta, visto da tanti come una lotta di potere all’ultimo sangue, è, per i fini osservatori della politica, un semplice riequilibrio di forze.
Non tutti gli ex assessori – Anna Paola Giuliani, Rita De Lallo, Bruno Savino, Mario Marchese, Pierluigi Marino, Amerigo Sponcichetti e Rosario Di Scioscio – saranno salvati dal tagliando della prima cittadina.
Il patto sancito in campagna elettorale al secondo turno con Anna Paola Giuliani, e fin qui realizzato con successo, cominciava a mostrare segni di debolezza, se si considera che le forze centriste, che hanno sostenuto l’ex assessora foggiana, in aula hanno solo Fernando Ciliberti. C’era, secondo molti, una chiara sproporzione in Giunta. Giuliani resta ovviamente intoccabile, ma potrebbe perdere qualche suo referente, come Marchese, troppo debole con i suoi 90 voti, nonostante la lunga analisi critica formulata a mezzo stampa.
Chi potrebbe cadere è anche l’avvocato Bruno Savino, figlio d’arte, eletto con Fratelli d’Italia. Suo padre, l’ex sindaco Gianfranco Savino, indimenticato per gran parte del centrodestra, non le manda a dire sui social e parla di ricatti.
“L’azzeramento della Giunta mira non certamente a un suo miglioramento, bensì a eliminare almeno un paio di assessori ‘scomodi’ – spiega – perché si sono sempre opposti al compimento di atti poco chiari o contrari alle promesse fatte, finalizzati a favorire singoli amici o parenti di consiglieri, e non certamente il bene dei cittadini. Tutto questo è avvenuto non per libera volontà del sindaco, ma su pressioni ricevute, o meglio, in seguito ai ricatti politici posti in essere nei suoi confronti, anche in vista dell’approvazione del bilancio, da soggetti che, per la verità, andrebbero diversamente qualificati, i quali hanno sempre fatto della loro politica lo strumento per soddisfare propri interessi o per avvantaggiare alcune persone, e non certamente i cittadini”.
Cosa è successo in questi mesi? Un consigliere dei Popolari Pop di Napi Cera si è dimesso e la ex coalizione di Anna Paola Giuliani si è trovata sbilanciata. Questo ha messo subito in movimento gli altri alleati.
I civici eletti con la formazione della sindaca, forti dei loro 4 consiglieri in aula, hanno reclamato più postazioni, dal momento che erano rappresentati solo da Colangelo e dal presidente del Consiglio. Da mesi chiedono un assessorato.
Dall’altro lato, i meloniani, che hanno 5 eletti in aula, avrebbero chiesto la testa di Savino, poiché in contrasto con le sue politiche.
Intanto è cambiato il rapporto con la pasionaria Rosa Caposiena, che ha già votato con la maggioranza: è ritenuto ormai cosa fatta l’ingresso di Forza Italia in Giunta. Secondo qualcuno, l’azzurra, troppo influenzata dal civismo di Nazario Tricarico, ha compreso di non poter giocare più da sola. Resterà saldo al suo posto Gigi Marino.
Che la crisi possa essere letta in chiave elettoralistica regionale? I più lo escludono. Nessuno parrebbe avere la forza oggi, a San Severo, di essere eletto a Bari. In nessuna lista. Men che meno nel centrodestra, monopolizzato dal duo De Leonardis-Gatta in casa della fiamma e da Paolo Dell’Erba in Forza Italia.
Dopo Cecchino Damone e Dino Marino, il diluvio. Più nessuno, nella città dei campanili, ha saputo assurgere a un ruolo dalla valenza politica riconosciuta a livello provinciale.
Mario Marchese: “Tradita la città, traditi gli elettori. Io oggetto di minacce”
“La situazione politico-amministrativa che si è delineata in queste settimane mi impone una seria riflessione e una ferma e decisa presa di posizione”. Inizia così la nota dell’ormai ex assessore, Mario Marchese.
“Alcune settimane fa, senza alcuna comunicazione ufficiale, ho appreso nei corridoi di Palazzo Celestini della richiesta di verifica da parte di Alternativa Civica, il movimento politico di riferimento della sindaca Colangelo e in cui è stata eletta anche la presidente del Consiglio comunale, Alessandra Spada. Da quel momento, con il passare dei giorni, l’azione amministrativa si è praticamente paralizzata, svuotandosi di ogni contenuto politico e riducendosi a una mera corsa alla poltrona.
Va premesso che, in questa verifica, io – in qualità di assessore della Giunta Comunale e rappresentante del Movimento dei Popolari – non sono mai stato convocato, pur continuando a svolgere con impegno e dedizione il mio ruolo, lavorando per dotare l’amministrazione comunale di uno strumento fondamentale e vitale quale il bilancio di previsione. Tuttavia, pochi giorni fa è stata comunicata agli assessori la decisione da parte della sindaca di azzerare la Giunta.
La motivazione è chiara: la sindaca è stata messa sotto pressione da diversi gruppi, movimenti politici e personaggi, compresi quelli che fino ad oggi sedevano tra i banchi dell’opposizione – come Forza Italia – i quali chiedevano rappresentanti in Giunta in sostituzione di altri, al fine di mantenere in vita questa amministrazione. Un fatto già accaduto nel Consiglio comunale del 27 febbraio scorso, quando proprio la consigliera di Forza Italia, Rosa Caposiena, con il suo voto ha garantito l’approvazione di un punto all’ordine del giorno, mentre cinque consiglieri di maggioranza hanno espresso voto contrario. È da quel preciso momento che si è aperto – lasciatemi passare il termine – un vero e proprio ‘mercato delle vacche’.
Con questo modo di intendere la politica io non mi ritrovo, perché non mette più al centro il bene della città, ma solo interessi personali e di poltrona. L’accordo politico-elettorale, sottoscritto pubblicamente il 17 giugno 2024 dai candidati sindaci Lidya Colangelo e Anna Paola Giuliani in occasione del ballottaggio e che ha portato alla vittoria della sindaca Colangelo, di fatto non esiste più, tradendo così ampiamente la fiducia degli elettori. Questo atteggiamento dimostra una totale inaffidabilità nel rispettare gli impegni assunti con la città e i cittadini.
Il caos politico generato dalla mancanza di chiarezza e di una netta presa di posizione da parte della sindaca è sfociato in una lotta di tutti contro tutti, alimentando livori e rancori personali. Tanto che io stesso, nelle scorse ore, sono stato oggetto di minacce e intimidazioni da parte di ignoti – immediatamente denunciate alle autorità competenti – che mi imponevano di dimettermi e abbandonare la mia carica di assessore.
Pertanto, con la massima serenità e con la piena consapevolezza di aver fatto del mio meglio in questi mesi al servizio della città, esprimo il mio totale dissenso e la mia ferma disapprovazione rispetto all’attuale gestione politico-amministrativa, che si è progressivamente allontanata dal progetto iniziale di un’inversione di rotta rispetto al passato, finendo invece per riproporre i peggiori tratti delle vecchie logiche di potere.
Nel ringraziare tutti coloro che hanno creduto in me, mi scuso per non aver potuto contribuire al cambiamento della città così come avrei voluto. Ora torno ad occuparmi dei miei affetti e del mio lavoro, con la certezza di aver sempre agito con onestà e lealtà”.