Solo il tempo potrà dire se i primi 7 km di Orbitale di Foggia, per la cui realizzazione sono serviti più di 10 anni dalla lontana aggiudicazione del 2014, riuscirà davvero a decongestionare il traffico della circonvallazione all’esterno della città e di Via Telesforo dentro la cinta urbana.
Di certo l’Orbitale faciliterà per chi arriva dalla Statale 17 o vive nei pressi di Via Lucera e al Rione Biccari il percorso verso il Deu e verso la superstrada Foggia-Candela. Velocizzerà il percorso in direzione aeroporto. Ma poco o nulla potrà dire, se non saranno realizzati gli altri lotti, per la viabilità connessa alla nuova stazione/fermata di Alta Velocità che sta per essere costruita in Via Cerignola.
Il 18 marzo prossimo si chiude un ciclo lunghissimo e travagliatissimo, cominciato con il pesante ricorso che subì la Favellato Claudio S.p.A. con sede in provincia di Isernia, in qualità di capogruppo e mandataria dell’ATI costituita tra la Società e la Società G.R.Z. Costruzioni s.r.l.
L’imprenditore molisano grande amico dell’ingegner Pippo Cavaliere scelse il suo studio per la redazione del progetto, che ricalcò la progettazione firmata dall’allora ingegnere capo della Provincia Potito Belgioioso.
Ne vennero fuori otto rotatorie, alcune delle quali artistiche. La prima Semita Aspera in Via Lucera, da alcuni cittadini del quartiere ribattezzata anche “il muro del pianto”, in queste ore è stata coperta per l’occasione dell’inaugurazione con un bellissimo tappetino d’erba a scacchi.
Il tema, come si sa, è quello della transumanza. Le rotatorie disegnate dallo Studio Cavaliere&Associati insieme a degli artisti di land art, archeologi e e con la consulenza dell’architetto Antonio Clemente, sono quasi tutte caratterizzate da segni della storia agricola e rurale, con tracce dei tratturi.

Negli anni sono state tante le accuse di consumo di suolo da parte degli ambientalisti, sono stati tanti anche gli intoppi. Il primo, dopo aver superato lo scoglio amministrativista, fu il rischio idrogeologico. Un tratto dell’Orbitale ha avuto la necessità di essere sopraelevato di circa un metro e mezzo per evitare allagamenti. Quell’intervento costò 2,5 milioni e mezzo. È solo da pochi anni che non piove più, ma in passato ci furono molti allagamenti tra Via Lucera e Via Napoli. Sembra un lontano ricordo l’apertura delle paratie della Diga di San Giusto a causa delle bomba d’acqua. Ma un tempo accadeva anche questo.
Non mancarono le osservazioni degli imprenditori dell’Housing Sociale. Tutta l’orbitale nasce quando si credeva nell’espansione oltre il perimetro del Rione Biccari e oltre Via Pinto, alle spalle del Deu.
L’ingegner Luigi Vittozzi e l’architetto Rosario Di Trani con le loro società fecero notare che la fascia di verde pubblico di rispetto di un tratto stradale dell’Orbitale, alla rotatoria numero 2 con il relativo innesto viario, si intersecava e si sovrapponeva sia con le aree pertinenziali sia con alcuni insediamenti edilizi previsti nell’ambito della edilizia residenziale dell’Housing sociale, sottraendo superficie edificabile destinata a standard urbanistici. Ma anche i palazzi dell’Housing sono un lontano ricordo.
Sul “curvone”, come viene definito il tratto tra la rotatoria 2 e la 3, fu poi ritrovato un villaggio neolitico, che è stato sotto osservazione dalla Sovrintendenza per un tempo infinito.
Negli anni ci sono state tante ruberie. Nei mesi del primo lockdown, nell’aprile del 2020, in quella Pasqua e in quel 25 aprile, l’Orbitale divenne il posto preferito per le passeggiate distanziate. Lo spazio sembrava enorme.
Ragazzi, runner, spericolati in moto. Chi ha vissuto gli ultimi 10 anni vicino alla strada interrotta l’ha vista come un luogo dell’altrove. Nella sperduta campagna. Ora finalmente si potrà verificare in auto dove conduce e com’è il viaggio.