Si sono ritrovati in moltissimi operatori del tempo libero e commercianti della ristorazione serale e dell’offerta food e drink in Piazza Cesare Battisti a Foggia.
L’ordinanza “Malamovida” voluta dalla sindaca Maria Aida Episcopo e dal comandante della Polizia Locale, Vincenzo Manzo sollecitata dalla Prefettura è vista come una iniquità da parte di chi ha pub, bar, lounge restaurant in centro storico e nel centro immediatamente esterno alla testa di cavallo.
“Si parla tanto di desertificazione commerciale e poi si mettono in pratica azioni come questa: è una ordinanza colpo di grazia per il centro non una ordinanza mala vida”, ha detto ai colleghi Alfredo Traiano che in Confcommercio si occupa del segmento bar da vicepresidente.
Presenti anche i due eletti più giovani dal campo largo progressista Mario Cagiano del PD e Francesco Strippoli del M5S entrambi ignari dell’ordinanza così come tutta la maggioranza.
“Non devi discriminare noi del centro – ha detto l’operatore di Timeless -. L’ordinanza va fatta sui codici Ateco come negli anni Covid. Un bar in periferia vende alcolici come me”. Qualcuno si è già informato su un possibile ricorso al Tar che costerebbe circa 4500 euro secondo alcuni esperti amministrativisti.
“Dobbiamo portare dei progetti, non possiamo fare una guerra”, è il sentimento di molti.
“L’ordinanza è uguale a quella proposta a Bari e che è stata sospesa”, ha rimarcato Strippoli. “Questa è la constatazione del fallimento dello Stato, non possiamo essere noi i tutori dell’ ordine nei nostri dehor e le forze dell’ordine cosa fanno?”.
Un ristoratore ha raccontato che una coppia di suoi clienti è stata aggredita in Via le Maestre da una baby gang. La contestazione riguarda i soggetti della Malamovida che spesso non consumano nei bar o nei pub ma portano alcolici per le “feste dello stappo” acquistati nei supermercati. “Servono le telecamere col riconoscimento facciale. Oppure potremmo attivare la sicurezza privata”.
Tutti d’accordo con le richieste da presentare alla sindaca per alleggerire delle misure da vero e proprio proibizionismo. Adeguamento degli orari, da mezzanotte alle due di notte, rimozione della zona rossa perché “la zona rossa è la città non solo il centro” e revisione delle regole sull’asporto. “I weekend per noi sono essenziali, noi vogliamo lavorare, non possiamo stare in galera. Stanno cercando di far diventare Foggia un paesino, siamo già la città dei vecchi, i giovani se ne vanno”.
Idee chiare da Confcommercio. “Questa mattina la nostra associazione, unitamente alle sigle sindacali provinciali di Confartigianato, Confesercenti, CNA, sta provvedendo a inviare una richiesta di incontro urgente alla sindaca di Foggia per discutere circa l’Ordinanza sindacale n.7 emanata l’11 marzo scorso. La disposizione è stata letta e condivisa dalle basi associative delle imprese coinvolte e risulta necessario un confronto costruttivo sul tema. Siamo ben consapevoli della necessità di mettere in campo misure di contrasto agli episodi di degrado urbano, ed è nostra intenzione favorirle, ma intravediamo nell’ordinanza interventi volti a penalizzare gli imprenditori del settore. Per questo motivo auspichiamo, insieme alle altre associazioni di categoria, che l’amministrazione possa riconsiderare alcuni aspetti dell’ordinanza stessa per garantire un giusto equilibrio tra esigenze di sicurezza e tutela del tessuto urbano locale. Le misure adottate, e valide da domani, 14 marzo, come abbiamo segnalato nella richiesta di incontro possono avere un impatto negativo sia sulle imprese, già provate da anni di crisi e difficoltà, che sul perimetro urbano individuato, già colpito dal triste fenomeno della desertificazione urbana”, così ha commentato il presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia provincia di Foggia, Antonio Metauro, l’ordinanza che ha per oggetto l’adozione di misure urgenti per fronteggiare il fenomeno della cosiddetta malamovida.