“Mi sono rivolto a degli esperti di navigazione, tecniche marinaresche e stabilità della nave per accertare le possibili cause dell’affondamento del peschereccio di Termoli nel Gargano. L’imbarcazione era perfettamente in regola con le norme nel registro navale, era stato sottoposto a verifica”. Così il penalista termolese Roberto D’Aloisio, difensore degli armatori del “Normandy” della flottiglia di Termoli, naufragato una settimana fa nelle acque del Gargano, vicino Capoiale. Nell’affondamento ha perso la vita il comandante, Giovanni Dell’Olio, un uomo originario di Bisceglie mentre due marinai stranieri sono stati salvati.
Questa mattina il legale si è recato in Tribunale a Foggia per la perizia sui telefonini. Nella giornata di ieri si è svolta l’autopsia sul corpo del comandante i cui esiti saranno resi noti tra 60 giorni. Le indagini coordinate dalla Procura di Foggia mirano a ricostruire la dinamica dell’accaduto e l’accertamento di eventuali responsabilità nel dramma. I due armatori del motopesca, di Termoli, sono iscritti sul registro degli indagati per naufragio e omicidio colposo. “Il comandante del peschereccio che è venuto a mancare era un marinaio esperto – prosegue D’Aloisio – con molti anni di navigazione e in regola con gli obblighi previsti dalla legge. I mei assistiti hanno dato tutta la loro disponibilità per fare piena luce su questa sciagura affinchè non rimanga un mistero insoluto del mare”. (Ansa)