Cinque anni di incertezze e promesse non mantenute hanno lasciato l’Oasi Lago Salso e la Palude Frattarolo in uno stato di totale abbandono. A lanciare l’allarme sono WWF Foggia e Centro Studi Naturalistici – Pro Natura, che denunciano il fallimento della gestione dell’Ente Parco del Gargano e il rischio di un definitivo deterioramento di due tra le aree naturalistiche più preziose della Puglia.
Un patrimonio lasciato al declino
Era il 30 dicembre 2019 quando l’Ente Parco del Gargano avviò la procedura di liquidazione della società che gestiva l’Oasi Lago Salso. Da allora, la situazione è precipitata: l’area è rimasta chiusa al pubblico, le infrastrutture sono in stato di degrado e gli habitat naturali stanno subendo trasformazioni irreversibili. Nel frattempo, ingenti risorse economiche sono state dirottate verso spese burocratiche, tra compensi per il liquidatore, consulenti e avvocati, anziché essere impiegate per la tutela dell’area.
Pasquale Pazienza, presidente uscente dell’Ente Parco, aveva promesso un “profondo cambiamento e riorganizzazione” dell’oasi. A cinque anni di distanza, nulla di quanto annunciato è stato realizzato. L’assenza di una governance chiara e la mancata pianificazione hanno privato l’Oasi Lago Salso di una gestione attiva, impedendo anche l’accesso ai fondi nazionali ed europei destinati alla tutela delle aree protette.
Il degrado coinvolge anche la vicina Palude Frattarolo, Riserva Naturale dello Stato sotto la responsabilità dell’Ente Parco. L’assenza di studi scientifici e interventi di mitigazione ha lasciato l’ecosistema vulnerabile a dinamiche ecologiche che potrebbero comprometterne per sempre la biodiversità.
Un’area di importanza internazionale
Inserite nel Parco Nazionale del Gargano e riconosciute come Zona di Protezione Speciale (ZPS) e Zona Speciale di Conservazione (ZSC) nell’ambito della Rete Natura 2000, l’Oasi Lago Salso e la Palude Frattarolo rappresentano un ecosistema unico e strategico per la sopravvivenza di numerose specie rare. Qui trovano rifugio la lontra, il tarabuso, la moretta tabaccata e la cicogna bianca, oltre a essere un punto chiave nelle rotte migratorie tra Europa e Africa.
Nonostante questo, la gestione dell’Ente Parco è rimasta priva di una visione concreta. La proposta, più volte reiterata dal presidente Pazienza, di istituire una nuova Riserva Naturale statale, è stata giudicata dalle associazioni come un’iniziativa priva di contenuti e incapace di risolvere le criticità esistenti.
Le richieste di WWF e Centro Studi Naturalistici
Di fronte a un’emergenza ormai conclamata, WWF Foggia e Centro Studi Naturalistici – Pro Natura chiedono un’inversione di rotta immediata. Le azioni necessarie, secondo le associazioni, passano attraverso:
- Destinazione di risorse economiche adeguate per la tutela e il ripristino dell’ecosistema.
- Definizione di una governance chiara e stabile, coinvolgendo enti pubblici, associazioni ambientaliste e soggetti privati.
- Gestione integrata e sostenibile, che valorizzi le potenzialità dell’area in termini di biodiversità, ricerca scientifica, agroecologia, ecoturismo e formazione ambientale.
Il rilancio dell’Oasi Lago Salso e della Palude Frattarolo, secondo le associazioni, non è solo una questione ambientale, ma anche un’opportunità di sviluppo per il territorio. Il recupero di queste aree potrebbe infatti favorire un turismo sostenibile e un modello di economia basato sulla valorizzazione delle risorse naturali.
WWF Foggia e Centro Studi Naturalistici invitano dunque enti, associazioni e cittadini a unirsi in un’azione collettiva per restituire a questi luoghi il ruolo di eccellenza ambientale che meritano, riaffermandone il valore a livello regionale, nazionale e mediterraneo.