La decisione del Comune di Foggia di avviare un’indagine sui contratti della società partecipata Amiu Puglia escludendo dagli incarichi legali gli avvocati iscritti agli Ordini forensi di Foggia e Bari ha scatenato una dura reazione tra i professionisti del settore. In particolare, l’Associazione Italiana Giovani Avvocati (Aiga) ha espresso il proprio dissenso attraverso un comunicato ufficiale in cui denuncia l’illegittimità della deliberazione e invita la Giunta comunale a ritirare l’atto.
Secondo l’Aiga, la delibera approvata il 31 gennaio 2025, che disciplina l’avvio delle verifiche legali sui contratti della partecipata relativi al periodo 2013-2024, manifesterebbe una scarsa fiducia nei confronti dell’avvocatura pugliese, oltre a dimostrare una conoscenza limitata delle regole deontologiche che regolano la professione. L’esclusione degli avvocati locali, sostengono i rappresentanti dell’associazione, non trova giustificazione giuridica e rappresenta una limitazione arbitraria della libertà professionale.
Il provvedimento è stato fortemente criticato anche dal parlamentare di Fratelli d’Italia, Giandonato La Salandra, che ha sollecitato la sindaca Maria Aida Episcopo e la Giunta a revocare la delibera. Secondo il deputato, la decisione di precludere la possibilità di assegnazione dell’incarico agli avvocati foggiani e baresi appare non solo ingiustificata, ma anche paradossale, considerando che gli stessi professionisti sarebbero comunque titolati a esercitare la loro attività, anche nell’ambito del controllo dell’operato di Amiu.
La polemica si è accesa ulteriormente dopo la replica dell’amministrazione comunale, che ha difeso la scelta ribadendo la volontà di garantire “imparzialità e terzietà” nelle verifiche. Secondo Palazzo di città, l’incarico legale è stato strutturato in modo da evitare possibili conflitti d’interesse, assicurando la massima indipendenza nell’analisi dei contratti e dei cosiddetti “patti parasociali” siglati dalla partecipata nel corso degli anni. Tuttavia, per gli avvocati e i rappresentanti dell’Aiga, questa motivazione non basta: il provvedimento comunale, affermano, offende la categoria e rappresenta un’ingiustificata esclusione di professionisti altamente qualificati.