Sono tanti i dubbi e i punti controversi sul progetto della centrale a biomasse da FORSU, presentato dalla Ergon Engineering, presentato in Provincia per approdare nella zona industriale di Candela. Il gruppo consiliare Candela Protagonista composto da Nino Santarella, Alessandro Soldo e Daniele Marrese in conferenza stampa ha illustrato tutte le opacità di un’operazione che parte nel 2022 quando il sindaco Nicola Gatta era ancora presidente della Provincia. L’impianto che si vuole realizzare nell’ex stabilimento Ala Fantini di Candela e che produce biogas bruciando frazione umida e fanghi di depurazione, è da 135mila tonnellate e si presenta come uno dei più grandi del Mezzogiorno.
“Noi ci occupammo dell’impianto già in campagna elettorale la cosa strana è che Gatta ha sempre negato questi interessi. Eppure ci avevano riferito di una visita dell’amministrazione in Calabria per vedere un impianto analogo. Ma hanno sempre smentito”, dice in esordio l’ex sindaco ed ex assessore provinciale Santarella.
Il 17 dicembre scorso si è tenuta la prima conferenza dei servizi alla quale hanno partecipato tutti gli enti sotto la guida del dirigente provinciale al ramo Antonello Di Staso. Dal verbale emerge, come svelato dallo stesso sindaco Gatta, che l’ad dell’impresa proponente Germano Leprini ha accusato l’amministrazione candelese di aver bluffato, dando un parere negativo all’impianto.
“Leggere sul verbale della seduta le dichiarazioni di Leprini che, infastidito dal parere contrario del Comune di Candela, asseriva che io avrei consigliato alla Ergon di acquistare il sito dell’ex Ala Fantini, che io sarei stato favorevole all’impianto e che mi sarei recato per un sopralluogo in Calabria per verificare ‘che non ci fossero odori’, mi lascia indignato e sconcertato”, ha scritto il politico candelese e neo meloniano sui social.
Dov’è la verità?
“Non capiva il diniego del Comune l’amministratore delegato Germano Leprini – rimarca Santarella -. Noi contestiamo non l’insediamento in sé ma che l’abbiano nascosto ai cittadini. Ci sono aspetti preoccupanti che denotano non dico malaffare ma approssimazione e che dimostrano inadeguatezza del sindaco Gatta. Chiederemo con una mozione le sue dimissioni. Gatta ha fatto la scelta di interloquire da solo con la sua maggioranza con una società e di questo ne deve rispondere con tutta la cittadinanza candelese”.
Nel frattempo il Comune ha dato parere negativo all’impianto, ma le ragioni appaiono deboli e superabili. Mancanza di titolo di proprietà, mancanza di contratto di allaccio ad Aqp, assenza di un piano di mitigazione visiva. Tutte prescrizioni facilmente superabili. “Sarà necessario acquisire altri pareri di altri enti, saremo vigili a seguire con i nostri mezzi, non è facile ma continueremo perché rappresentiamo tutta la comunità che è concordamente contraria a questo impianto troppo impattante per I nostri terreni agricoli”.
Il consigliere comunale Soldo ha rimarcato un altro aspetto che forse merita attenzione e controllo addirittura da parte dell’Anac. “Uno dei progettisti della società è uno dei consulenti del Pug di Candela, l’architetto De Maio che ha partecipato come difensore della Ergon anche in conferenza di servizi. C’è una grande incompatibilità sancita dalla legge 1150 del 1942. Abbiamo presentato mozione anche all’ordine degli architetti”.
De Maio progettista Pug del Comune di Candela dal 2014 è anche in collaboratore dell’azienda ditta.
Una mozione di sfiducia nei confronti di Gatta potrebbe anche ritornare utile al politico candelese, che da possibile candidato alla Regione ha l’obbligo da dimettersi da sindaco. Ma Santarella va oltre. “Le questioni politiche di Gatta interessano poco, a noi interessa la salute dei candelesi. Giuseppe De Vitto assessore all’urbanistica deve rispondere. Nel 2022 Gatta quale presidente della Provincia sapeva della presentazione del progetto all’ufficio Ambiente. L’incompatibilità del progettista è più che evidente. L’adozione del Pug sarebbe stata l’occasione per poter scoraggiare questo tipo di insediamento. Una amministrazione attenta non avrebbe permesso tutto ciò, tollerare l’ambiguità è molto grave”.
Santarella tiene a precisare che la sua non è sindrome Nimby. “Io sono colui che portò all’approvazione della centrale a turbogas nel 2004. Ho condiviso con tutte le forze politiche, le associazioni, i sindacati i vari passi dell’iter. Se Gatta avesse lo stesso approccio staremmo parlando di altro, avrebbe potuto copiare un metodo di successo”.