Le palazzine colorate di Via Lucera a Foggia, consegnate solo pochi anni fa da Comune di Foggia, Arca Capitanata e Regione Puglia, dopo infinite vicissitudini amministrative e procedurali ed inserite dentro un piano di riqualificazione delle vecchie case coloniche di Mussolini, abortito subito dopo, presentano già dei gravi problemi strutturali. Sono numerose le perdite idrauliche nei box, con tanto di piccole stalattiti, e le infiltrazioni nei muri. Anche ad occhio nudo si vedono le macchie di umidità delle facciate dei palazzi.
In alcune case la situazione è intollerabile. Ma a denunciare, forse per paura o timore di perdere l’alloggio conquistato con tanta fatica e lotte per quelle famiglie che hanno vissuto per anni nei container di Via San Severo, oggi è solo Incoronata Schiavo, che vive a piano terra nella palazzina con banda marrone terracotta.
Non è ancora chiaro se ci siano errori nelle fondamenta o se i palazzi siano stati edificati in un territorio a forte rischio idrogeologico come è tutta la zona di Rione Biccari fino a Via Napoli e come testimoniano anche alcune varianti necessarie praticate sull’Orbitale (che ha dovuto subire delle sopraelevazioni) o se i materiali edili utilizzati dalla ditta siano semplicemente scadenti.
A casa sua tutte le pareti sono coperte da una umidità nera, è tale l’insalubrità che l’umido si percepisce anche sotto i piedi con il pavimento completamente bagnato e appiccicaticcio. Addirittura in alcuni punti emerge l’acqua dalla pavimentazione. E più volte la famiglia è stata sul punto di rimanere folgorata. Oggi Incoronata non chiede lavori suppletivi per muri, soffitti ed intonaci all’Arca, che già ha avuto e che nulla hanno risolto, ma pretende di essere trasferita in un alloggio asciutto e adatto alle esigenze delle patologie polmonari del marito, aggravatesi considerevolmente respirando aria infetta.
“Mi faccio un altro Natale brutto, questa casa peggiora anno dopo anno, hanno provato a mandare una squadra, a biancheggiare, ma esce acqua da sotto e i muri si bagnano e in pochissimo tempo ritorna come prima. Mi hanno assicurato che mi toglieranno, ma sono 5 anni che aspetto. Queste case ci sono state consegnate ad aprile 2019 e in autunno già si era presentata l’umidità. Io sto ancora qua. Mi avevano proposto una casa non adeguata alle nostre patologie, mi avevano proposto una casa al quarto piano, che per noi è impossibile da accettare. Sono venuti anche i pompieri e hanno certificato l’inagibilità dell’alloggio. Stiamo perdendo solo la salute, spero che il sindaco, da donna, mi capisca. Siamo quattro persone e non possiamo vivere in questo schifo”.