Una grave disparità di trattamento economico tra i dipendenti dell’ATAF, l’azienda di trasporto pubblico locale di Foggia, è stata denunciata da Nunzio Angiola, consigliere comunale e segretario provinciale di “Cambia”, e Antonio Cicconetti, responsabile dei rapporti con i sindacati dello stesso movimento civico. Secondo i due esponenti, da diversi anni, già dal 2016, un gruppo di dipendenti riceve indennità giornaliera e di guida, oltre al premio di risultato, in misura superiore rispetto ad altri colleghi che svolgono le stesse mansioni, con la stessa anzianità, orario di lavoro, turnazione e stipendio base.
“L’ATAF, azienda del trasporto pubblico locale partecipata al 100% del Comune di Foggia, riconosce inspiegabilmente… una indennità giornaliera ad un gruppo di dipendenti (ex 34h) del parametro ‘183’ pari ad € 14,41 mentre ad altri (tutti ex 37h) di € 9,54, a sfregio dei sacri principi del buon senso che chiedono a tutti i datori di lavoro, soprattutto del comparto pubblico, di evitare disparità di trattamento tra i lavoratori della stessa azienda,” dichiarano Angiola e Cicconetti. La disparità riguarda anche il premio di risultato (€ 5,77 contro € 3,88) e l’indennità di guida (€ 8,65 contro € 5,85). La situazione, aggiungono, si ripete anche per i dipendenti appartenenti ai parametri ‘175’ e ‘158’.
“Questa situazione, oltre a causare naturalmente profondo malcontento tra gli interessati, ha anche provocato ripetutamente un contenzioso in sede giurisdizionale tra i gruppi di lavoratori danneggiati e l’Azienda, contenzioso che è tuttora in corso,” sottolineano i due esponenti di Cambia. “A prescindere dalla legittimità o meno di questo trattamento economico differenziato… questa situazione appare poco consona a una società di integrale proprietà pubblica, nella quale la correttezza e l’imparzialità dei trattamenti, anche economici, del personale dipendente dovrebbe essere la regola inderogabilmente osservata, fra l’altro ai fini del buon nome esterno dell’Azienda e dell’Amministrazione, giacché è costituzionalmente prescritto che la retribuzione debba essere ‘proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato’ (art. 36, co. 1, della Costituzione).”
Angiola e Cicconetti chiedono quindi all’amministrazione comunale di intervenire per risolvere la questione. “Vediamo che decisione prenderà il Campo largo che governa a Palazzo di Città, che a parole dichiara di essere dalla parte dei lavoratori e che di recente ha approvato, anche col nostro voto, una mozione consiliare sul salario minimo! Ci faremo sentite in Consiglio comunale e in tutte le sedi competenti, per questa che per noi è una battaglia di civiltà. L’ATAF non può fare a chi figli, a chi figliastri”.