“Gli arresti di sei persone per associazione a delinquere finalizzata ai furti in basso Molise ha visto l’applicazione, per la prima volta nel nostro distretto giudiziario, della legge 114 del 9 agosto 2024, che ha modificato il regime per l’applicazione misura cautelare”. Lo ha dichiarato la procuratrice capo di Larino (Campobasso) Elvira Antonelli illustrando i dettagli dell’operazione dei carabinieri del Norm di Larino cosiddetta “Champagne”, che ha portato a eseguire sei misure cautelari – due in carcere e quattro agli arresti domiciliari, di cui uno con braccialetto elettronico – nei confronti di un gruppo di persone di Foggia accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti di generi alimentari, fitofarmaci e mezzi da cantiere su vasta scala. Gli indagati, con la legge Nordio, “sono stati sottoposti a interrogatorio preventivo del gip e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere” ha spiegato Antonelli.
“Il Molise ha un tessuto ancora sano ma subisce il condizionamento e le incursioni della criminalità organizzata proveniente da fuori regione e in modo particolare dalla Puglia”, ha detto ancora la procuratrice. “La collaborazione dei cittadini è fondamentale nella lotta contro la criminalità, soprattutto in un territorio come quello del Molise dove deve essere perfezionato un adeguato sistema di videosorveglianza”, ha aggiunto Antonelli.
Gli indagati sono accusati di aver commesso almeno dieci furti tra marzo 2023 e febbraio 2024 in aziende agricole e commerciali del Basso Molise. L’operazione ha permesso il recupero di refurtiva per un valore complessivo di oltre 500mila euro, tra cui fitofarmaci, generi alimentari e un escavatore. Le indagini sono partite dalla denuncia di un cittadino che aveva riconosciuto la propria bicicletta su una piattaforma di vendita online, un gesto che Antonelli ha definito “un atto di coraggio civico determinante per l’avvio dell’indagine”.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il cittadino ha contattato i carabinieri dopo aver riconosciuto online la bicicletta che gli era stata sottratta. Da quel momento è partita un’indagine approfondita, basata su pedinamenti, analisi di tabulati telefonici e l’uso di intercettazioni ambientali e gps che ha permesso di risalire agli autori dei furti, tutti originari di Foggia. La banda, secondo le accuse, operava come un’organizzazione strutturata, con membri della stessa famiglia e una gerarchia ben definita. I furti erano pianificati con sopralluoghi e trasporti effettuati tramite mezzi rubati, con una parte della refurtiva che veniva smistata in Puglia.