“Il Quartiere Ferrovia è centrale nelle nostre linee programmatiche, presentate in campagna elettorale prima e in Consiglio comunale poi. È centrale nelle nostre attenzioni e preoccupazioni, e lo hanno dimostrato la sindaca Episcopo – che lì abita, dalla nascita – e la giunta sin dai primissimi giorni del suo insediamento ufficiale, quando ha più volte sentito a Palazzo di Città, anche per le vie brevi, delegazioni dei Comitati di quartiere per raccogliere e valutare con attenzione legittime istanze e proposte”. Lo riporta una nota stampa del Comune di Foggia.
“Lo ha mostrato il nuovo esecutivo operativo da metà dicembre dello scorso anno, che ha contribuito anche con le interforze a portare a termine numerose retate, controlli a tappeto, sequestri di merci; provveduto ad aumentare la presenza della Polizia Locale e recentemente a riaprire il presidio fisso presso il Centro intermodale; comminato numerose multe e sanzioni, cercato di migliorare il decoro urbano e l’igiene con la sostituzione dei cassonetti della spazzatura, l’aumento della frequenza nella disinfezione delle strade e dei passaggi quotidiani del personale Amiu, avviato la raccolta differenziata porta a porta per gli esercizi commerciali etnici con l’impiego di traduttori e mediatori culturali in loco; sollecitato Edison per una migliore illuminazione; organizzato e decentrato eventi mirati ad avviare una concreta rinascita del Quartiere; potenziato le attività e gli interventi del Pronto Intervento Sociale (PIS)”.
E ancora: “Un impegno che ha visto all’opera ogni componente della giunta, ognuno nel rispettivo ambito, e che in una recente petizione promossa dal Comitato ‘Difendiamo il Quartiere Ferrovia‘ è stato ingenerosamente derubricato come un ‘girarsi dall’altra parte’. Le difficoltà dei residenti sono ben note all’amministrazione e alle forze dell’ordine, e nessuno ha inteso e intende sottovalutarle o minimizzarle: sono però complesse, frutto di decenni contraddittori, e della sempre maggiore presenza di una comunità straniera alimentata anche da business ricavati da canoni mensili – spesso a nero – di abitazioni ed esercizi commerciali triplicati rispetto al valore di mercato. Valore di mercato oggi crollato, per chi invece opera pienamente nella legalità. Con il tempo si sono radicate persone e comunità, consolidate abitudini, si sono creati luoghi di incontro tra esseri umani che sarebbe ingiusto discriminare perché extracomunitari. Tre vie (via Isonzo, via Monfalcone e via Podgora) totalmente locate ad esercizi etnici non possono che essere crocevia di ritrovo”.
Poi dal Comune concludono: “Nei prossimi giorni presenteremo ulteriori iniziative mirate, e continueremo nella nostra azione amministrativa che non sarà mai discriminatoria e propagandistica (alcuni punti del decalogo presentato nella petizione sono condivisibili, altri francamente irricevibili) ma mirata al rispetto delle persone a prescindere dalla nazionalità, e dei luoghi che per noi sono casa, sono famiglia, sono parte integrante e vetrina della nostra città. Rispondendo con i fatti a iniziative e comportamenti che suscitano amarezza, ma che rafforzano le nostre convinzioni e la nostra determinazione”.