Le ASL pugliesi hanno speso per i dispositivi medici ben 173 milioni di euro in più rispetto al tetto stabilito per il 2023,pari a 371 milioni. Un dato allarmante che emerge da un’analisi della Commissione Bilancio e Programmazione del Consiglio Regionale, presieduta da Fabiano Amati.
“E’ un problema annoso che non riusciamo a risolvere – denuncia Amati – con un grande spreco di risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare l’efficienza del servizio sanitario regionale”.
Su sette ASL, solo una, gli Ospedali Riuniti di Foggia, ha raggiunto l’obiettivo minimo di riduzione dello scostamento dal tetto di spesa. Le altre, invece, hanno visto un aumento della spesa rispetto al 2022. Tra le ASL peggiori, spicca Bari, che ha sforato il tetto di ben 38 milioni di euro, non raggiungendo nemmeno l’obiettivo minimo di riduzione. Seguono Brindisi (12,5 milioni di sforamento), BAT (13,2 milioni), Foggia (14,8 milioni), Lecce (37 milioni), Taranto (22,8 milioni) e l’AO Policlinico (22,3 milioni).
Unica nota positiva, come già detto, gli Ospedali Riuniti di Foggia, che hanno contenuto lo scostamento a 7,2 milioni di euro, contro gli 11,4 milioni del 2022. “Occorre intervenire con decisione – conclude Amati – per invertire questa rotta e garantire un uso più efficiente delle risorse pubbliche”.
L’analisi della Commissione Bilancio e Programmazione sarà trasmessa alla Giunta Regionale per i necessari provvedimenti.