Altra mazzata al boss di Foggia, Roberto Sinesi, 62enne capo del clan Sinesi-Francavilla, detto “Lo zio” o “Capacchione”, soprannome, quest’ultimo, poco gradito al mafioso.
Dopo l’arresto del 14 maggio scorso per il tentato omicidio di Vito Bruno Lanza, la Cassazione ha respinto l’istanza del suo avvocato che puntava alla scarcerazione del proprio assistito. La Suprema Corte ha invece accolto il ricorso della procura generale di Bari annullando con rinvio il provvedimento della Corte d’Appello che a febbraio scarcerò Sinesi per circa 24 ore. Il boss, infatti, si ricongiunse solo brevemente con i propri cari per poi tornare in cella a causa del ricorso della pg. Prima si trovava a Rebibbia, anche al 41 bis, ora nel carcere di Oristano. L’annullamento con rinvio significa che la Corte d’Appello dovrà riesaminare la posizione del capomafia.
La questione verte intorno al ricalcolo della pena. Per la difesa c’è continuazione tra i reati commessi negli anni ’90 e quelli compiuti tra il 2015 e il 2018 perché Sinesi avrebbe rivestito senza sosta un ruolo apicale nelle dinamiche della “Società Foggiana”. Per questo la pena sarebbe stata ricalcolata in 22 anni e 7 mesi, ampiamente scontati dal boss. Di parere contrario la procura che ritiene impossibile riconoscere la continuazione a distanza di circa un ventennio. “La decisione di abbuonare a Sinesi ben 19 anni di reclusione merita censura e va annullata”.
Al momento “Lo zio” sconta 26 anni per tre condanne definitive inflitte nei processi “Saturno” e “Decima Azione” e nel processo per possesso di un’arma con cui rispose al fuoco nell’agguato ai suoi danni del 6 settembre 2016 quando rimase ferito insieme al nipotino. Fine pena verso il 2040.
Ma la scarcerazione sarebbe stata solo virtuale: come detto, Sinesi è stato raggiunto da una nuova ordinanza cautelare lo scorso 14 maggio. Il boss è accusato di essere stato il mandante del tentato omicidio di Vito Bruno Lanza detto “U’ Lepre”, esponente di spicco del clan Moretti. Lanza scampò alla morte il 17 ottobre 2015, durante la guerra di mafia tra clan foggiani. Per questa vicenda sono già stati condannati in via definitiva Luigi Biscotti e Ciro Spinelli. Ora sono stati arrestati anche il presunto mandante (Sinesi) e il presunto autista del commando armato, il sodale Sergio Ragno.