Quali interventi ci sono da fare? Con quanti costi? E quando la struttura sarà restituita alla città? Quanto dovranno aspettare gli imprenditori che hanno fatto richiesta di nuovi impianti?
A Foggia è stato un consiglio comunale pieno di interrogativi e di risposte vaghe quello andato in scena questa mattina a Palazzo di Città con quasi tutti gli assessori dispiegati nei loro scranni.
Sembra esservi come un disallineamento tra i desideri e le aspettative dei cittadini di Foggia, forse troppo ampie e troppo ambiziose per i tanti neofiti della politica che sono stati eletti e nominati nell’esecutivo, e le reali azioni della giunta di Maria Aida Episcopo e del suo campo largo progressista in questi suoi primi mesi di governo della città.
Nel corso del Consiglio comunale dedicato a mozioni e interpellanze delle opposizioni molti neo assessori sono apparsi quasi spaesati sui temi all’ordine del giorno. Dal Peba al centro polivalente per anziani Nicola Palmisano fino al centro diurno ubicato in Via Frascolla per il quale era stato già aggiudicato l’affidamento del servizio educativo, sono tante le questioni su cui gli amministratori sembrano dover ancora ricercare notizie, informazioni, interventi.
“Abbiamo oppure no una nuova sensibilità? O andremo caso per caso per il Peba nonostante una mappatura puntuale del 2020? Voglio invitare la Giunta a svegliarsi e a diventare fattiva. Potete fare tutte le celebrazioni che volete, ma c’è un’azione amministrativa che non decolla. Cosa avete fatto nei primi 100 giorni di amministrazione? C’è stato un impatto? Ci sono delle risposte? È la voce dei cittadini che ve lo chiede”, è stato il vibrante discorso di Antonio De Sabato, che nonostante il patto con la maggioranza su alcuni precisi punti continua ad essere molto critico e pungente.
Per molti temi, la Giunta continua a dare risposte ambigue e attendiste. “Vedremo”, “faremo”, “stiamo monitorando, stiamo mappando”. Di fronte a domande precise come quelle del prof Nunzio Angiola. “Qual è lo stanziamento delle risorse necessarie? Quale il tempo per l’apertura del centro diurno? Quali azioni potrebbe mettere in campo il Consorzio Opus per la mancata apertura? Vogliamo risposte celeri”.
Sul caso del centro diurno e del Palmisano, l’assessora al Welfare Simona Mendolicchio, ormai priva della sua omologa regionale Rosa Barone, ha rinviato a nuova discussione e ad altro assessorato.
“Il centro diurno per quanto di competenza di questo assessorato – ha osservato – non è funzionante e non è autorizzato, mancano gli atti propedeutici per l’iter autorizzativo. La riapertura del Palmisano occupa un posto prioritario per questa amministrazione. Il 20 febbraio scorso è stata disposta una visita, un sopralluogo. Il centro mostra all’esterno segni di trascuratezza e atti vandalici”. Al momento però l’amministrazione aspetta ancora il computo metrico da parte del geometra Carmelo Fredella per capire cosa e quanto spendere e quando riaprire il centro agli anziani in attesa.
Non va meglio sul fronte degli impianti pubblicitari, attenzionati dal capogruppo dei Fratelli d’Italia Claudio Amorese. Anche se l’assessore al ramo Lorenzo Frattarolo è arrivato in aula almeno con un report di quanto dovrebbe fruttare al Comune l’attività dei circa 20 privati che possiedono cartelloni pubblicitari in città. Nel 2023 del circa un milione di euro dovuto, si sono incassati solo 500mila euro. E lo stesso è accaduto negli anni precedenti, mostrando una percentuale di incasso del 45% nel 2020 e del 32% nel 2021 e nel 2022.
“La tecnostruttura sembra remare contro il campo largo. La sindaca e gli assessori vedono erroneamente i dirigenti come i collaborazionisti del centrodestra, ma di contro, agiscono senza consapevolezza dei propri limiti”, è il commento di un profondo conoscitore della macchina amministrativa.