“Il Teatro Umberto Giordano di Foggia è di certo un teatro storico e, quando arriverà al Senato la proposta di legge sulla dichiarazione di monumento nazionale da conferire ai teatri storici italiani, sarà bene che i parlamentari foggiani e pugliesi tengano gli occhi e le orecchie bene aperti affinché non si aggiungano errori al pasticcio che è già stato combinato alla Camera dei Deputati”.
Lo ha detto il vicepresidente della Regione Puglia Raffaele Piemontese plaudendo all’immediata iniziativa assunta dalla sindaca di Foggia Maria Aida Episcopo, che ha scritto al ministro della Cultura dopo l’approvazione del Testo unificato delle proposte di legge per la Dichiarazione di monumento nazionale di teatri italiani, che non annovera il teatro foggiano, malgrado la storia ultracentenaria.
“Dal dibattito parlamentare di mercoledì 3 aprile scorso, che era il giorno in cui a Montecitorio si discutevano anche le mozioni di sfiducia contro i ministri Matteo Salvini e Daniela Santanché, si capisce che la proposta di legge per la Dichiarazione di monumento nazionale di teatri italiani non è una cosa seria”, prosegue Piemontese, sottolineando che “molti deputati sono intervenuti, sia in Commissione che in Aula, censurando un iter scombinatissimo, per cui, dai 46 iniziali, i teatri da dichiarare monumento nazionale sono diventati 410 perché, ogni tanto, accorgendosi di quello che stava succedendo, si alzava un deputato per fare aggiungere questo o quel teatro”.
“Come hanno detto tanti parlamentari, a partire dall’ex segretario nazionale del Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, una buona idea ha partorito una pessima legge, fatta di un lungo, inutile elenco, quando sarebbe bastato individuare dei criteri oggettivi e disporre di conseguenza la dichiarazione di monumento nazionale”, conclude il vicepresidente della Regione Puglia, facendo notare come “lo stesso relatore della proposta di legge, il deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, ha concluso affermando che basterà che i soggetti interessati scrivano al Ministero o al sindaco o al direttore del teatro o a un comitato promotore. Con questi requisiti che abbiamo messo noi nella legge e con i criteri che sono nella legge tutti verranno inseriti – nessuno escluso – purché abbiano i requisiti previsti dalla legge”.