“Io avrei bisogno necessariamente – se me lo consente – di ripercorrere la vicenda partendo dai Fatone”. Ha esordito così l’ex assessore ai Lavori Pubblici di Manfredonia, Angelo Salvemini, finito agli arresti domiciliari nell’inchiesta “Giù le mani”. Davanti a gip e pm, Salvemini ha affrontato un lunghissimo interrogatorio trascritto in ben 250 pagine di verbale.
Il politico, che è anche avvocato penalista, ha risposto a tutto, dai rapporti con Michele Fatone e i fratelli Romito fino al caso pubblica illuminazione che potrebbe sfociare in altro procedimento penale. L’ex assessore ha fatto chiarezza anche sul ruolo della stampa locale precisando alcuni punti dell’ordinanza cautelare. Ma andiamo per gradi. Ecco le sue parole.
“Seppure io non sono coindagato con i Fatone, la mia vicenda prende le mosse proprio dalle interlocuzioni e dai rapporti che mi vengono attribuiti con il Fatone – che oggi in questa sede assolutamente io non nego perché effettivamente io ho intrattenuto dei rapporti limitatamente alla parte amministrativa legata alle elezioni, perché risulterebbe una delle persone che mi avrebbe supportato – sia me che chiaramente l’amministrazione Rotice, perché è giusto che si sappia”. Salvemini fa riferimento a Michele Fatone detto “Racastill”, nome noto agli inquirenti ed uno dei principali arrestati di “Giù le mani” per le presunte violenze in Ase, l’azienda municipalizzata del Comune di Manfredonia dove l’uomo avrebbe dettato legge attraverso una serie di prevaricazioni.
L’ex assessore avrebbe raccolto istanze e lagnanze di “Racastill”. “Le elezioni si sono svolte in due momenti – ha ricordato Salvemini -, le prime votazioni e poi c’è stato il ballottaggio. Perché è importante evidenziare questa differenziazione per il seguito che poi andremo a dire. Fatone, quindi, è stato uno dei miei elettori o quanto meno si è dichiarato tale, perché chiaramente io in cabina elettorale con lui non ci sono entrato però sicuramente ritengo che mi abbia votato e lo dichiaro anche al sindaco quando facciamo l’incontro in Comune. Il mio ruolo, quindi, per queste vicende, si è sostanziato nel metterlo in contatto con l’amministrazione, e direttamente con il capo dell’amministrazione, l’ingegner Giovanni Rotice, prendendo un appuntamento. Perché, Giudice, ci tengo a evidenziare questo? Perché in una conversazione captata con il Fatone, viene evidenziata la mia dichiarata incompetenza in materia, cioè io gli dico: ‘guarda, Michele, io più di metterti in contatto con il sindaco… io ti prendo l’appuntamento, ti faccio vedere come parlerò, spenderò in buona sostanza le parole a tuo favore però io più di fare questo non posso fare’. Perché dice: ‘siccome mi hanno fatto fuori quando è arrivato Raphael Rossi, l’amministratore che neanche il sindaco stima, io sono stato messo da parte, ho paura che ci possono essere… Perché io sto in contrasto su queste questioni lavorative, ho paura che se la possano prendere con mio figlio’ (Raffaele, anche lui arrestato in “Giù le mani”, ndr)”.
Salvemini avrebbe provato a mettere Fatone in contatto anche con l’ex assessora Anna Trotta: “Ma ha fatto la puritana rimproverandomi che io le ho mandato una persona che ha i precedenti penali. ‘Tu che mi mandi quelle persone, i pregiudicati’. Ho detto: ‘Senti, io che cosa ti mando’. Io mi sono sentito accusato di aver fatto chissà quale malefatta, ho detto ‘guarda che quello è un cittadino di Manfredonia, tra l’altro forse qualcuno dimentica che quello è un tuo dipendente, perché quello è un dipendente dell’Ase. E poi viene in rappresentanza di una cooperativa, non veniva da solo, veniva in compagnia del tecnico, quindi di che cosa ti lamenti!’ e poi io mi devo preoccupare del certificato penale delle persone che dobbiamo ricevere in Comune”. E ancora: “Scusami tu hai preso i voti, tu stai lì sopra come assessore anche grazie al voto di quello, se mi consenti. Quindi, io, per quale motivo da amministratore mi devo mettere a fare l’organo inquirente; questo è stato il senso”.
La pubblica illuminazione
Inevitabili i riferimenti al mega appalto sulla pubblica illuminazione, vero motivo dello scontro tra Rotice e Salvemini, quest’ultimo estromesso dalla giunta proprio per questa vicenda. Stando alla tesi dell’indagato, Rotice avrebbe spinto per assegnare l’appalto all’imprenditore Michele D’Alba, interdetto per mafia pochi mesi fa, mentre Salvemini era a sostegno della società “Engie”.
Così l’ex assessore: “Il sindaco Rotice, come emergerà da delle cose – poi ne parleremo con i pubblici ministeri – se l’è fatto lui un accordo con il signor Romito al ballottaggio; diciamocela tutta, Giudice, e io sto pagando le cambiali di Rotice: la prima mi ha buttato fuori per il PPP (partenariato pubblico privato sulla pubblica illuminazione, ndr) e la seconda mi hanno arrestato. Questo è il problema. La prima mi hanno buttato fuori, perché chiaramente gli sono andato contro perché non è entrato l’amico suo Michele D’Alba; e sta tutto agli atti della Procura, il 7 febbraio, depositato nelle mani del Procuratore Capo, ho fatto una conferenza stampa su questa roba con Carabinieri e polizia, è uscita su tutti i giornali. Ho denunciato l’ingerenza in un appalto milionario di 40 milioni di euro. Che cosa devo dire più, cosa devo fare più? E invece pensa che io sponsorizzavo Engie. Giudice, mi deve consentire questa parentesi perché è fondamentale per capire io chi sono. Dicevo: io mi sono anche… Mi dicono nelle carte ‘sponsorizzava’, no, io sponsorizzavo un PPP proposto da una società su indicazione della commissione antimafia; a aprile 2021 la commissione antimafia fa una delibera con i poteri della Giunta e dice ai uffici: date corso alla valutazione della proposta di finanza di progetto della Engie S.p.A. E quando io arrivo, che vengo… chiaramente sono ai Lavori Pubblici, questo è proprio direttissimo mio, vengo contattato da D’Alba – poi c’è scritto qua e non ne parliamo più. Questa è la prima cambiale, questa è la seconda… che mi parla di equilibrio”.
Salvemini ha ricordato di aver denunciato pubblicamente Rotice: “Sì in buona sostanza, poiché avevano artatamente disertato, cioè nel senso non avevano portato in Consiglio la proposta della Engie, se pur istruita perfettamente e con tutti i pareri, facendo un’interferenza per il tramite di altre società che facevano le proposte di nuovi partenariati pubblici privati, hanno dichiarato che bisognava dare uno sguardo a questi partenariati. In realtà chi aveva fatto queste proposte, io ho scoperto da un’indagine su internet, prendendo le varie Ati sottoscritte da Michele D’Alba, perché già avevo capito di chi si trattava, e quindi praticamente feci una comunicazione inviando a tutto il Consiglio Comunale e poi fu portata anche all’attenzione del Prefetto, dove evidenziavo che la persona che stava dietro a queste proposte finalizzate a bloccare il PPP di Engie, era la stessa, e cioè Michele D’Alba, ovvero colui che aveva dato il supporto elettorale al sindaco, e tra l’altro a cui fa capo l’assessore Grazia Pennella“.

Il ristorante
Poi sul “Guarda che Luna”, ristorante di Michele Romito al centro dell’inchiesta. La giudice: “Le viene affidato da Rotice l’incarico di interloquire con Romito?”. Salvemini: “Sì, Giudice, chi è che mi doveva dire di interloquire con Romito; chi è che mi doveva dire di occuparmi di questa roba? Quando io gli ho sollevato… Però devo essere onesto, Giudice; non è venuto Rotice a dire: occupati di quella cosa. Nasce quest’interlocuzione: sulla questione degli articoli, il tavolo tecnico pendente, poi chiaramente non contestualizzo il momento storico in cui ci siamo visti e mi ha detto che… Questo, però, è il senso”.
“E guardo le carte. Il Rotice in una conversazione che ho con lui – e che poi produrrò ai pubblici ministeri, dove dice tanto altro – mi dice: ‘Io lo so che urbanisticamente è tutto a posto’ e quindi qual è il problema? Il problema è questo, Giudice, glielo dico subito – perché adesso parlando della Galantino (ex segretaria comunale, ndr) le farò ascoltare, perché le depositerò, la trascrizione di messaggi WhatsApp con la Galantino in cui vengono fuori cose pericolose, delle quali io mi preoccupo seriamente. I Pubblici Ministeri – cito due righe, non tedio nessuno – che giustamente le chiedono le impressioni su questa storia, Romito, perché giustamente dice: ‘Ma lei che impressione si è fatto, una storia… perché lei parla di storia’ – ‘So dell’attenzione della Prefettura su questa vicenda, perché da quando sono arrivata – lei si è insediata a gennaio 2022 – fiumi di corrispondenza tra Prefettura e Comune su questa circostanza. Giudice, mi deve consentire una considerazione: che c’entra la Prefettura con una questione urbanistica, se mantenere o meno; la Prefettura interviene nel momento in cui c’è un abuso conclamato, non lo riesci a eliminare e attivi l’Art. 41, che la dirigente Tedeschi invece attiva senza i presupposti – questo è un altro aspetto… Che io poi varrai col sindaco, quando oramai aveva cambiato idea, perché il sindaco dopo il famoso tavolo tecnico che si arrabbia la Prefettura e che me lo dice: ‘Là è successo il macello alla Prefettura’, da quel momento in poi cambia atteggiamento e si gira contro a Romito. Questo è il problema, Giudice. Al che io dico: ‘no, amico, non funziona così. Mi hai fatto studiare le carte e ho visto che quello ha ragione’; gli avvocati, i tecnici… lo stesso Romito è diventato un maestro di queste cose, ecco perché c’è anche l’interfaccio diretto con me, perché non c’é neanche più bisogno – in alcuni casi – che passasse per il tramite degli avvocati perché le cose le conosceva benissimo. Quindi io ho continuato, invece, sulla strada della perorazione della causa di Romito; è questo il Romito. A me Romito, e né tanto meno mi ha promesso o dato niente e nemmeno mi ha votato”.
I giornali
Infine, la stampa, citata nelle carte dell’inchiesta per via di alcune conversazioni intercettate. “Io mi interesso del Guarda che Luna perché non appena mi insedio divento destinatario di due articoli di giornale, dell’Attacco e dell’Immediato che dicono che io e Giuseppe Basta saremmo stati posizionati in quei ruoli per risolvere il problema del Guarda che Luna. Premetto: io del Guarda che Luna non sapevo nulla, fino a quando ho fatto l’assessore; io con Michele Antonio Romito non ho mai avuto rapporti perché io sono stato avvocato di Maria Grazia per le questioni civilistiche – quella che ha depositato adesso il Pubblico Ministero – e di Mario Luciano Romito, nonché per la questione – magari – al figlio dell’incidente… questa roba qua”.
Gli indagati, stando all’ordinanza, avrebbero parlato di alcune questioni scottanti da trasmettere ai giornali. Anche di un esposto mai pubblicato. Il pm: “Lei parla, invece, di: ‘hai parlato con quelli dell’Immediato’. A prescindere dal fatto che fosse stata prodotta in un giudizio amministrativo…?”. Salvemini: “Sì, sui giornali, è quello era l’impatto. L’impatto mediatico. Anche la questione che ho visto, che mi ha fatto sorridere, gli dai mille euro all’Immediato; quello non è l’Immediato che si prende mille euro, c’è un altro giornale che fa queste cose, che ama fare queste cose”.