“L’intera maggioranza cerca di liquidare la triste vicenda dell’arresto di Celestino Capolongo, consigliere comunale Pd, come una questione prettamente personale del consigliere. Ma non è assolutamente così”. Lo afferma l’ex assessore di Cerignola, Carlo Dercole dopo l’operazione “Farm Ghosters” su presunte truffe all’Inps e immigrazione clandestina.
“La questione è tutta politica. Perché loro erano la legalità, loro erano quelli che dovevano riportare la luce della legalità in Consiglio Comunale – prosegue Dercole -. La questione è tutta politica. Perché per una intera campagna elettorale hanno raccontato alla città che noi eravamo i disonesti ed i mafiosi, e loro erano gli onesti ed i trasparenti. E bisognava votare pulito. Ma la città di trasparente in questi tre anni ha percepito ben poco. Per i concorsi vinti dai parenti dei tesserati del Pd (proprio il nipote di Celestino Capolongo, il cugino di Daniele Dalessandro segretario Pd), per gli affidamenti fatti ai candidati nelle liste del Pd, per aver dialogato con un condannato per aver sversato rifiuti nei nostri terreni, fino alla storia dell’arresto del consigliere comunale”.
E ancora: “La questione è tutta politica. Poiché dietro Celestino Capolongo si nasconde un sottobosco clientelare (anche di extra comunitari) che ha per forza di cose influito sul voto a favore di Celestino Capolongo (in ticket con il vice sindaco) e pertanto in favore di Bonito sindaco. Mi sono meravigliato del silenzio assordante dell’assessore alla sicurezza Teresa Cicolella, sempre molta attenta ad applaudire ogni operazione delle forze dell’ordine. Approfitto per augurare buon lavoro alla Magistratura, chiedendo molta attenzione su tutti i fronti. Perché il periodo nel quale il consigliere comunale è stato sottoposto ad intercettazioni telefoniche è un periodo molto particolare”.