Direttamente collegato al progetto di ricerca Mission Inclusion che tanto sta facendo parlare di sé lungo tutto il territorio nazionale e al fine di avviare un dialogo tra quanti si impegnano per la costruzione di un futuro a misura di ciascuno, Giusi Antonia Toto – docente ordinaria di Didattica e Pedagogia Speciale presso l’Università di Foggia, coordinatrice del Learning Science hub e delegata del Rettore alla Formazione Insegnanti e Formazione continua – ha organizzato dal 21 al 23 novembre scorso presso l’Università di Foggia, l’Inclusion Fest, un festival itinerante interamente dedicato all’inclusione scolastica e sociale, un evento significativo che ha coinvolto l’intera città e unito università, scuole e associazioni culturali e sociali impegnati a garantire un dopo di noi ad individui con disabilità.
“In un mondo in costante e repentina evoluzione come quello attuale, l’inclusione sociale e scolastica rappresenta uno dei pilastri fondamentali per una società equa e diversificata. La sua importanza oggi non può essere sottovalutata poiché va al cuore della costruzione di un ambiente in cui tutti, indipendentemente da sfondi culturali, abilità o status socio-economico, hanno l’opportunità di sviluppare appieno il proprio potenziale. Pertanto, l’inclusione non è soltanto una questione di accettazione, ma di creazione di ambienti che promuovano l’uguaglianza di opportunità che tengano conto delle differenze individuali, garantendo che ogni studente abbia accesso a risorse e supporto adatti alle proprie esigenze e funzionali alla crescita dell’intera società”, così dichiara Toto.
Questi i presupposti che hanno spinto il Learning Science hub dell’Università di Foggia, da tempo impegnato nella sperimentazione di nuove ed inclusive tecnologie didattiche, ad animare l’intero Ateneo e l’intero territorio provinciale in una tre giorni di workshop interattivi a cura di accademici, esperti e studenti divisi in sessioni pratiche su come promuovere l’inclusione nelle scuole e nella società e toccanti tutti gli ambiti formativi dallo sport all’arte, dalla letteratura alla musica, senza tralasciare l’uso del digitale e dell’intelligenza artificiale grazie ai laboratori a cura dei professori Luca Grilli e Tommaso Ariemma; speech motivazionali con i grandi della pedagogia a livello internazionale e nazionale tra i quali i professori Dario Ianes, Fabio Bocci, Tommaso Minerva, Mabel Giraldo, i quali hanno condiviso con l’intera comunità accademica le proprie conoscenze ed esperienze sul tema dell’inclusione; mostre e rappresentazioni teatrali che hanno reso tangibile il filo conduttore che unisce arte e inclusione, basti pensare alla mostra Artedaunia a cura del professore Riccardo Di Cesare e degli studenti del corso di laurea in Patrimonio culturale, allo spettacolo teatrale “Io e la rinascita” tenuto dai ragazzi della Compagnia Teatrale “Il Giullare” di Trani o a quello realizzato dai dottorandi del LSh e dalla stessa prof.ssa Toto, ispirato alla storia del Premio Nobel per la medicina, dott. Camillo Golgi, e nato da un’idea del prof. Sante Di Gioia; attività culturali, come la presentazione del Libro “La Pulce di Hooke” del professore Massimo Conese, eventi artistici e performance che hanno animato in serata la città celebrando la ricchezza della diversità culturale, in primis gli stand gastronomici allestiti dagli studenti dell’IPEOA “Michele Lecce” di Manfredonia-San Giovanni Rotondo in collaborazione con gli studenti del corso di laurea in Science gastronomiche, serata durante la quale l’Unifg ha avuto l’onore di accogliere come Special Guest il cantante Luca Dirisio per dialogare sul tema dell’inclusione attraverso la musica.
Ben 72 ore di attività, più di 300 presenze giornaliere tra accademici, rappresentanti delle istituzioni, scuole e associazioni, che hanno testimoniato come la società si arricchisce della diversità di prospettive, abilità e esperienze e l’inclusione non riguarda solo la presenza fisica delle persone, ma anche la loro partecipazione attiva e il loro coinvolgimento effettivo.
Obiettivo dell’Inclusion Fest non è stato solo quello di adottare metodologie di insegnamento flessibili o l’istituzione di programmi di supporto che favoriscano il successo di tutti gli studenti, né semplicemente coltivare un ambiente di apprendimento che punti a valorizzare la diversità e insegni ai giovani il rispetto reciproco e l’empatia. L’inclusione, infatti, parte ma non si limita all’ambiente scolastico. E’ necessario oggi più di ieri comprendere come il concetto di inclusione abbracci l’intera sfera sociale, dove l’accesso equo a servizi, opportunità lavorative e partecipazione attiva alla comunità sono fondamentali per garantire un’uguaglianza effettiva e una società coesa e accogliente. Ciò implica la creazione di politiche pubbliche inclusive che promuovano l’accesso equo a servizi sanitari, abitazioni, lavoro dignitoso e partecipazione civica per tutti, senza discriminazioni di alcun genere.
Affrontare le barriere, superare i pregiudizi e costruire una società che include richiede uno sforzo congiunto da parte delle istituzioni, dei governi, delle comunità e dei singoli individui. È necessario un impegno continuo per superare stereotipi e strutture che limitano l’accesso e la partecipazione piena di tutti i membri della società.
L’Inclusion Fest è stato, dunque, molto più di un semplice evento. Si è rivelata una festa volta a celebrare la diversità, promuovere la consapevolezza e l’uguaglianza in tutte le sue forme a cominciare dall’inclusione sportiva con la partecipazione all’evento dell’atleta paralimpico Luca Mazzone, vincitore di 18 titoli mondiali. Ha unito studenti, docenti, accademici, esperti di settore e membri della comunità in un contesto che ha favorito l’apprendimento, la condivisione e l’empowerment.
Le associazioni nazionali e locali si sono rivelate un tassello essenziale del festival. Grazie alla loro vasta esperienza sul campo e alla loro connessione diretta con la comunità, queste organizzazioni hanno presentato progetti pratici e soluzioni che affrontano le sfide dell’inclusione a livello locale, attraverso attività interattive e programmi di volontariato hanno coinvolto attivamente i partecipanti, sensibilizzando sulla diversità e inclusione.
A pochi giorni dall’evento, dunque, è possibile affermare che quella accesa è solo una piccola scintilla che punta a sensibilizzare e far riflettere la popolazione locale e generare un impatto duraturo, che troverà seguito in altri due grandi processi che il LSh si appresta a mettere in atto nel 2024: il primo riguarda l’attuazione del protocollo Inclusion for Children, attività e laboratori mesi in atto per migliorare le capacità di ragionamento e di pensiero critico nei bambini mentre discutono concetti importanti per loro; il secondo riguarda la diffusione del Festival dell’Inclusione che vedrà coinvolti tutti i paesi e le città della provincia di Foggia con una tappa al mese. Attraverso il coinvolgimento attivo e la partecipazione della comunità, si mira a disseminare semi di cambiamento e ad accrescere la consapevolezza sull’importanza dell’inclusione in ogni aspetto della vita.
In conclusione, l’inclusione scolastica e sociale non è solo un’opzione desiderabile, ma un prerequisito essenziale per una società equa, vibrante e progressista che punta al bene delle generazioni future. Investire in un ambiente inclusivo non solo porta vantaggi agli individui coinvolti, ma arricchisce la società nel suo insieme, creando un tessuto sociale più forte e coeso, in cui ciascuno può contribuire pienamente al proprio sviluppo e al benessere della collettività.
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