“Si è conclusa ieri, tra Natale e Capodanno per via del ritardo dovuto alle persistenti temperature miti, il rito della transumanza delle greggi dalle zone collinari verso la piana del Tavoliere. La transumanza della Famiglia Carrino, supportata dall’Associazione Tratturi e Transumanze e patrocinata da AMODO – Alleanza per la Mobilità Dolce, AIPAI – Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale e Italia Nostra, è ormai una tradizione consolidata”. Lo rendono noto Michele Pesante (Associazione Tratturi e Transumanze), Massimo Bottini (Consigliere nazionale AIPAI e referente AMODO) e Giuseppina Cutolo (Consigliera nazionale Italia Nostra).
“L’antica pratica della transumanza, un tempo fiorente in Capitanata, si va, purtroppo, estinguendo. Delle tante aziende che usavano trasferire due volte all’anno le greggi, ne sopravvivono solo due, quella di Michele Turco che sposta le greggi da masseria Signoritto, sulle prime propaggini del Gargano, verso la piana di Amendola, e Cristoforo Carrino, che muove le greggi da S. Vito nei Monti Dauni per far ritorno alla masseria Pavoni in località S. Giusto.
Due transumanze che si sviluppano su due tratturi e un tratturello, meno noti dei tratturi maggiori che portavano dall’Abruzzo in Puglia, il Tratturo Magno, oggetto di un recente progetto di valorizzazione promosso dalla regione Puglia, e il tratturo Pescasseroli Candela. I tratturi su cui hanno focalizzato l’attenzione le associazioni Italia Nostra, AMODO, AIPAI e Tratturi e Transumanze non sono quelli maggiori, bensì quelli non meno interessanti che uniscono la piana di Foggia con il Gargano da una parte e i Monti Dauni dall’altra.
L’impegno è quello di far conoscere e valorizzare la rete tratturale e tutto il prezioso patrimonio di saperi e tradizioni che ruota intorno ad essa di cui Foggia è la principale depositaria. E questo nonostante il ruolo marginale a cui è stata relegata in occasione del riconoscimento della transumanza come Patrimonio dell’Umanità, in favore di altri centri di sicuro meno significativi in relazione a questo fenomeno. La documentazione unica conservata nell’Archivio di Stato di Foggia, come gli atlanti delle locazioni, commissionati dai re di Napoli per reintegrare i tratturi usurpati, già di per sé avrebbe dovuto costituire motivo inoppugnabile per fare di Foggia la principale destinataria di questo importante riconoscimento, ma così non è stato e ce ne rammarichiamo.
Da qualche anno un gruppo sempre più nutrito accompagna questi viaggi per condurre gli armenti nei pascoli di pianura per svernare, seguendo il corso delle stagioni. Andare per tratturi è un’esperienza indimenticabile. Significa attraversare paesaggi unici, caratterizzati da grandi spazi, siti archeologici, storici e religiosi, altrimenti non raggiungibili. Una rete reale di mobilità lenta e un’eccellente proposta turistico-ambientale e culturale. È tempo, infatti, di ripartire dalle aree interne, dai borghi, dai sentieri, dalla mobilità dolce per un’economia circolare più produttiva e al contempo più umana”.