È scontro aperto tra due storici poliziotti della Questura di Foggia e il quotidiano l’Attacco di Piero Paciello. In questi mesi si sono susseguite querele ed integrazioni dopo i vari articoli del giornale contro Silvano Ammirati e Angelo Sanna andati recentemente in pensione.
Nelle varie denunce, Paciello viene definito “il dominus” della “campagna diffamatoria” mentre alcuni suoi giornalisti vengono indicati come “meri esecutori”. I reati contestati vanno dalla diffamazione aggravata al vilipendio della Polizia di Stato.
Ecco cosa scrive l’avvocato Michele Sodrio: “La campagna stampa diffamatoria del Paciello continua ed anzi si aggrava sempre più, nei toni e nel merito delle false accuse che vengono rivolte ai miei clienti”.
Ricordiamo che tutto nasce dall’articolo di giornale su un fantomatico “taroccamento” o “manipolazione” di una registrazione audio tra l’imprenditore Michele D’Alba e alcuni suoi parenti, poi utilizzata per l’interdittiva antimafia contro la cooperativa “Tre Fiammelle” riconducibile a D’Alba stesso, definito in una denuncia il “benefattore” de l’Attacco.
“Dopo oltre cinque mesi dalle prime querele – scrive Sodrio – e dopo numerose integrazioni successive, che abbiamo depositato tutte le volte che è uscito un nuovo articolo o un nuovo video commento su YouTube da parte del direttore, tutti di contenuto gravemente diffamatorio contro il commissario e il vice commissario, oggi entrambi in pensione, non vi è stata una sola iniziativa della Procura nei confronti di quello che abbiamo definito un diffamatore seriale, definizione che ribadisco tranquillamente. Ho motivo di credere – aggiunge l’avvocato – che la Procura, per una sorta di eccesso di zelo, abbia disposto una verifica sull’autenticità della intercettazione ambientale riguardante D’Alba e alcuni suoi parenti. Siamo ovviamente certi che questa chiamiamola ‘verifica’ non abbia potuto fare altro che confermare la genuinità e autenticità di quell’audio, che peraltro non è stato trascritto dai miei clienti, ma da altro personale di polizia giudiziaria”.
Sotto accusa anche un recente articolo sul cambio dei vertici investigativi
Intanto, secondo Sodrio, “l’opera di diffamazione continua impunita. Addirittura con un ultimo articolo di qualche giorno fa, oggetto anche questo di nostra querela, si è affermato che vi sia stato in Questura un radicale cambiamento dei vertici investigativi, quale conseguenza della cosiddetta ‘campagna giornalistica’ di Paciello, in difesa del suo inserzionista D’Alba. Falso e tendenzioso ancora una volta! Come noto, il commissario Ammirati e il vice commissario Sanna sono andati nel frattempo in pensione, per raggiunti limiti di età, dopo decenni di onorato servizio in quella che molto enfaticamente è stata definita la Squadra Stato. Quella stessa squadra che sembra avere pesanti remore nel perseguire chi infanga e offende due dei suoi più autorevoli servitori”.
Poi il legale conclude: “Nonostante questo assordante silenzio, noi continueremo la nostra battaglia a difesa della onorabilità e della onestà dei miei clienti, perché anche il giornalismo più aggressivo e più critico nei confronti delle istituzioni, elemento fondamentale e imprescindibile di ogni sistema democratico, non può avere alcuna patente di impunità di fronte a comportamenti criminali”.