Lucia Aprile, madre, imprenditrice, attivista ambientalista e della cittadinanza attiva e campionessa di consensi nel M5S alle ultime amministrative non si aspettava di diventare vicesindaca del Comune di Foggia nella Giunta Episcopo, il primo esecutivo, dopo il lungo commissariamento causato dallo scioglimento dell’agosto del 2021 per infiltrazioni mafiose.
“È stata una grande sorpresa. Ho avuto perfetta sintonia con la sindaca fin dal primo giorno di campagna elettorale, durante la quale abbiamo avuto modo di confrontarci spesso”, spiega all’inizio della nostra intervista a l’Immediato. “Dopo l’elezione la delicata fase della composizione della Giunta è stata gestita interamente dai vertici del Movimento, pertanto non ho avuto molte occasioni di incontrarla. Ho accettato, per senso di responsabilità, la delega all’Ambiente, che mi era stata proposta fin dal primo giorno, ma la nomina quale vice è stata una grande sorpresa. Sono onorata per la fiducia della sindaca (che è ricambiata) e farò di tutto per meritarla”.
Aprile, le sue deleghe rappresentano insieme a poche altre i grandi vulnus della città di Foggia pre e post scioglimento. Qualcuno ha evidenziato che con la delega alle Società partecipate attribuita al collega Davide Emanuele lei potrà fare poco sul fronte ambientale su Amiu. È così? Ci spiega quale invece potrà essere il suo ruolo nella gestione reale della raccolta dei rifiuti? Quanto tempo ci vorrà per rivedere e modificare il contratto di servizio di Amiu? E poi mettiamo una parola finale definitiva su quanto affermato da Mainiero in aula sulla sua presunta incompatibilità?
L’attività pregressa alla mia elezione, lungi dal rappresentare un ostacolo, è anzi la logica premessa del mio impegno politico, che si è tradotto nell’incarico assessorile
“I rapporti tra le società partecipate e il Comune sono naturalmente di competenza del Bilancio, avendo ad oggetto essenzialmente i rapporti contrattuali e i risvolti economici. La pianificazione dei servizi, la coordinazione con la gestione del verde pubblico, i rapporti con la cittadinanza (che va informata e orientata), il controllo dell’adempimento degli obblighi e la valutazione dei livelli qualitativi del servizio, sono responsabilità del mio ramo. Ci saranno, pertanto, un costante e proficuo confronto e una leale collaborazione con il mio collega assessore Davide Emanuele, che è persona esperta e preparata. I nostri uffici si occuperanno, ciascuno per la propria competenza, di esaminare e, nel caso, modificare il contratto di servizio con Amiu, nel rispetto del programma di coalizione e col solo obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini. Ipotizzare dei tempi è prematuro. Io posso solo dire che è tra le priorità del mio mandato. C’è davvero poco da dire sulla questione ‘incompatibilità: il termine ha un preciso significato giuridico. Basterebbe dire che la serie di esposti sull’affidamento diretto ad Amiu è stato firmato quale rappresentante legale dell’associazione ‘La Società Civile’, dalla cui carica mi sono dimessa prima di candidarmi. In ogni caso, non c’è un ‘giudizio’ in corso (ma solo un’indagine) in cui l’associazione non è ‘parte’ ma semplicemente un ente rappresentativo di interessi diffusi. Penso che il termine sia stato usato in senso non tecnico, per sollevare una legittima questione di natura politica. Da anni, prima da semplice cittadina e poi da rappresentante della mia associazione, insieme a un folto gruppo di compagni di viaggio del mondo ambientalista, mi sono occupata della raccolta dei rifiuti a Foggia. Mi sono candidata al Consiglio comunale, esponendo chiaramente il mio punto di vista e ricevendo il consenso necessario per essere eletta, nell’ambito di una coalizione che ha sottoscritto un programma, sintesi delle diverse sensibilità, che sarà il faro della nostra azione di governo. L’attività pregressa alla mia elezione, lungi dal rappresentare un ostacolo, è anzi la logica premessa del mio impegno politico, che si è tradotto nell’incarico assessorile. Continuerò a lavorare, con il nuovo ruolo, per gli obiettivi che avevo come semplice cittadina: prima lo facevo esponendo il mio esclusivo punto di vista e con una mera facoltà di sollecitazione, da oggi lo farò come parte del governo cittadino, assumendomi la responsabilità di trovare adeguate soluzioni”.
La Capitanata e Foggia in particolare soffre come tutta la Puglia di una carenza di impianti. Con il suo assessorato si porterà a termine il progetto per l’impianto pubblico di biocompost o vanno bene gli impianti privati come Maia Rigenera?
“La mia cultura politica mi induce a pensare che per determinati servizi essenziali, come la gestione del ciclo dei rifiuti, la gestione pubblica debba essere privilegiata, in quanto potenzialmente più economica ed efficiente, senza però demonizzare il contributo che i privati possono offrire in regime di libera concorrenza, con chiarezza e trasparenza. La pianificazione dell’impiantistica pubblica, comunque, è di competenza regionale, che la esercita attraverso l’Ager. Le difficoltà che rileviamo nascono dal problema che gli inglesi sintetizzano con l’acronimo ‘nimby’ (not in my backyard). Tutti sono d’accordo a costruire impianti pubblici per ogni fase del ciclo dei rifiuti, a patto che non lo si faccia nel proprio quartiere, nella propria città, nella propria provincia. Per quanto riguarda le (residuali) competenze del mio assessorato, sosterrò con convinzione ogni intervento necessario”.
Quali saranno le sue direttive per portare finalmente a Foggia una raccolta differenziata degna di questo nome?
“Differenziata? Abbiamo l’onere di risolvere questa problematica che incide in maniera prioritaria sulla qualità della vita della nostra città”
“La situazione ereditata è molto critica. La classifica del Sole 24 Ore, che per la sola questione della raccolta differenziata è intesa per capoluoghi e non per intera provincia, certifica come Foggia sia di fatto ultima in Italia. Le pesanti incongruenze rilevate sui dati della raccolta fanno parte di tutto quell’enorme lavoro che abbiamo svolto insieme alle associazioni ambientaliste. Ora però abbiamo l’onere di risolvere questa problematica che incide in maniera prioritaria sulla qualità della vita della nostra città, sull’aspetto di quest’ultima e sul peso della Tari che i cittadini pagano. Il programma di coalizione, riguardo la tematica del servizio raccolta rifiuti, ha visto un nostro intervento in prima persona come Movimento 5 Stelle per indirizzare l’azione politica: penso alla revisione del piano industriale e del contratto di servizio, all’acquisto di mezzi e l’assunzione di personale teso a colmare il fabbisogno. Agiremo sulla trasparenza e la regolarità delle procedure, a partire dalla pubblicazione della Carta dei Servizi e dei dati puntuali della raccolta. Bisogna portare a termine nel minor tempo possibile la fase transitoria ed entrare nella fase a regime per vedere risultati concreti. Nel fare questo servirà anche implementare un programma di informazione del cittadino ed investire quindi sulla consapevolezza e la responsabilizzazione di ogni foggiano”.
Dagli ambientalisti, che sono stati suoi sostenitori in campagna elettorale, sono arrivate tante sollecitazioni sul verde pubblico, una fra tutte l’isola spartitraffico verde delle tre corsie. Che ne pensa?
“Quella della grande arteria verde è un’idea così bella e suggestiva che cambierebbe notevolmente l’immagine di questa città rendendola un modello di avanguardia ambientale e di mobilità a livello europeo. Una politica sensibile e lungimirante avrebbe lavorato in questo senso durante la fase della presentazione dei progetti per il PNRR, che sono proprio incentrati sulla “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (La Missione 2). Valuteremo comunque ogni progetto che possa far rifiorire la città”.
L’agrivoltaico: sono ferme e bloccate tante richieste. Quale la sua politica su questo tema così stringente per il capoluogo della più grande provincia agricola d’Italia?
“L’agrivoltaico, che sta prendendo piede nel nostro Paese non senza qualche difficoltà, soprattutto di natura economica, consente di produrre energia pulita senza rinunciare alla possibilità di utilizzare il terreno per coltivazioni agricole. Pertanto, incontra tutto il mio favore, nel rispetto della tutela del paesaggio. Il Comune, però, non ha potere autorizzativo se non nei terreni considerati “idonei” (nei pressi delle zone ASI e delle autostrade) e fino a un massimo di 10 MW. Per il resto, la competenza è regionale, con il Comune che può solo esprimere pareri”.
Tanto verde urbano è degradato e senza servizi per i più piccoli. Come sarà improntata la sua collaborazione con chi si occuperà di patrimonio e impianti pubblici? In nuovi grandi quartieri che stanno nascendo, tipo il complesso Boscaino, manca del tutto il verde, pur previsto negli oneri urbanistici…
“Foggia ha meno verde rispetto ai valori minimi previsti dalla normativa di 9 metri quadrati per abitante (d.m. n. 1444 del 1968). Quando si parla di verde attrezzato la situazione è ancor più critica. Ci sarà un lavoro di squadra con la giunta e le forze politiche perché è tutto interconnesso, a partire dagli stanziamenti di Bilancio. I parchi giochi, pochi e disastrati, sono addirittura citati nella Relazione di scioglimento del Comune di Foggia. Ci sarà da lavorare molto per trasformare le aree in modo che siano rispettose dei diritti dell’infanzia e delle famiglie, e in questo da madre di bambini piccoli sono la prima a rendermene conto. La piena fruibilità di aree verdi è un fattore fondamentale per la qualità della vita negli ambienti urbani. Non soltanto per il loro valore paesaggistico, estetico e di luogo di ritrovo e socializzazione. Le città presentano infatti alcune caratteristiche che contribuiscono ad aggravare gli effetti dei cambiamenti climatici: per esempio il traffico veicolare e il consumo di suolo, che inaspriscono ulteriormente il processo di innalzamento delle temperature. Il verde urbano riesce a mitigare tali effetti negativi, rendendo gli ambienti urbani più vivibili. Foggia nei periodi più caldi dell’anno raggiunge momenti di vera e propria asfissia, e questo fenomeno solo gli alberi possono contrastarlo. Servono da subito un Piano del Verde, mai realizzato; un Bilancio Arboreo, mai realizzato; una Consulta del Verde, mai istituita”.
Infine la Fiera. La riqualificazione del quartiere stenta ad avere una accelerazione. Esistono vari progetti di collegamento con i Campi Diomedei, vi darà attuazione? O crede che quegli ettari possano avere un’altra destinazione? E se sì quale?
“La Fiera è l’emblema di una città che ha perso se stessa, che ha perso la propria vocazione agricola. Dal suo rilancio parte il riscatto della nostra comunità. Campi Diomedei è invece un’importante novità nel panorama cittadino ma serve necessariamente seguire con attenzione il progetto nonché il cronoprogramma affinché non ci siano ulteriori ritardi o distorsioni. Tutto chiaramente va collegato in un’idea di città moderna e funzionale, che incentivi l’uso dei mezzi sostenibili e che sia a misura di cittadino. Procederemo passo per passo, nella speranza di poter quanto prima varare un piano di potenziamento dei nostri uffici, oggi gravemente sotto organico. Dietro quella che il cittadino percepisce come sciatteria o malafede spesso c’è solo assenza di personale e difficoltà operativa”.