Fanno discutere sui social, e non solo, i lavori di ammodernamento della rete della pubblica illuminazione che la Edison Next sta effettuando nella città di Foggia. Nelle strade in cui i pali sono stati già sostituiti e installati i corpi illuminanti si assiste ad un evidente peggioramento dell’illuminazione complessiva dello spazio pubblico. Un caso esemplare tra tutti, via Smaldone, dove insiste anche una parrocchia parecchio frequentata da fedeli anche di sera.
Il motivo è squisitamente tecnico, come spiega a l’Immediato qualche vecchio dirigente del Comune di Foggia, che pagava circa 2 milioni di euro di luce elettrica all’anno a fronte degli attuali 3,5 milioni all’anno ad Edison.
Secondo qualcuno, la ditta dell’appalto non avrebbe un piano di illuminamento per ciascuna strada cittadina. Infatti, laddove sono stati sostituiti i pali, essi sono identici per ogni via, sia che essa sia una strada a scorrimento veloce o urbana, semiurbana, semiperiferica e così via.
I lumen misurano il flusso luminoso emesso da un apparecchio di illuminazione, ossia la quantità di luce emessa da una fonte senza tener conto della superficie che illumina.
Un lux è equivalente a un lumen per metro quadrato. Se si considera che con la luna piena si hanno in assenza di altre luci 7 lux, si può capire qual è la potenza dell’attuale illuminazione foggiana, passata da 48mila lumen in media (ovviamente quando andava bene e c’erano tutte le lampade) ai 7mila odierni. Sotto i 20 lux, una strada è potenzialmente pericolosa per pedoni e automobilisti, al di là di ogni ragionamento sulla sicurezza ad ampio raggio.
Le vecchie lampade erano da 400 watt, quelle odierne al led non superano i 36 watt. Insomma siamo di fronte, secondo l’ex dirigente oggi pensionato Michele Gatta, ad un decimo della potenza installata.
Altro elemento tecnico da considerare sono i pali, molto più piccini e meno spessi dei vecchi pali. Oltre che più bassi. Non si vedono per ora pali con volute.
Secondo le norme, un palo deve essere alto almeno l’ampiezza della strada più un metro, con una interdistanza tra un palo e l’altro pari al prodotto tra altezza del palo (10 metri) per il coefficiente 3,7 metri.