Chiesti 7 anni di reclusione per quella tangente nei biscotti. Invocata una pena pesantissima per Gerardo Biancofiore, numero uno di Ance Puglia, l’associazione degli edili.
L’imprenditore di Cerignola è sotto processo per istigazione alla corruzione dopo la vicenda del 2016 quando venne recapitato un pacco di biscotti all’allora sindaco Franco Metta che denunciò subito l’accaduto agli inquirenti. Con i biscotti c’erano 20mila euro, soldi che avrebbero dovuto “addolcire” il primo cittadino in merito ad un progetto relativo alla discarica Forcone Cafiero. Questa, almeno, l’ipotesi dell’accusa.

Nel 2019 un altro imprenditore, il delicetano Rocco Bonassisa patteggiò un anno e 8 mesi per la stessa vicenda. Biancofiore si è sempre detto estraneo ai fatti. La sentenza dovrebbe arrivare entro il 2023.
“Volevano comprarmi – ha ricordato Metta in un video su YouTube -. Bonassisa ha poi ammesso le sue responsabilità coinvolgendo come correo Biancofiore. Quest’ultimo fu arrestato, detenuto per parecchio tempo e poi rinviato a giudizio. Lo scorso 19 ottobre il pm in sede di requisitoria ha chiesto la condanna per il reato per cui l’ho denunciato a sette anni di reclusione. Non è detto ancora niente. Prossimamente discuterà la parte civile, perché io sono parte civile in quel processo. Discuterà anche la difesa e infine uscirà la sentenza. Io sono stato l’unico ad avere le palle e la coscienza di denunciare”.
“Il tempo è galantuomo, sempre – ha commentato l’ex assessore Carlo Dercole nell’era Metta -. Sento molto parlare di legalità, il più delle volte a sproposito. Ma l’unica Giunta ad avere avuto il coraggio di denunciare un tentativo di corruzione da 20.000 euro è stata la nostra. Ed io ne sono orgoglioso”.
Per questa vicenda l’attuale amministrazione comunale decise di revocare la costituzione di parte civile subendo le critiche dello stesso Metta. (In foto, Biancofiore; nel riquadro, Bonassisa)
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